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Matofobia: "Chi è costei?"
No architecture is so haughty as that is simple. (Ruskin-Stones of Venice)
Tradurre ragazzi tradurre...
Questa strana parola "Matofobia" deriva dai termini: Matematica e Fobia.
Il significato del primo termine lo conoscete fin troppo bene! Il secondo deriva dal greco phobia, da phobos "timore" (gli insegnanti di lettere apprezzeranno, eh...eh!). In breve, matofobia significa paura (e per estensione del significato) antipatia nei riguardi della matematica (Purtroppo! Sob!)
Notate la lettera iniziale minuscola utilizzata in "matematica"...per cercare (sarà un'illusione?) di alleggerire da subito la tensione...
Allora dicevamo della Matofobia. Sapete chi ha coniato questo termine? Uno scrittore americano, Jerold Zacharias.
Il problema esiste. Non pochi alunni (e adulti) non amano la matematica: la considerano difficile, spiacevole e il suo linguaggio anche un po' misterioso. Vero è che il maggior numero di insuccessi scolastici si ha proprio nell'apprendimento della matematica.
In realtà, non sono state fatte apposite ricerche, rigorosamente condotte, su questo problema. Tutto si riduce a intuizioni, a conversazioni tra insegnanti e ad antichi ricordi scolastici, interviste e cose del genere.
Di fronte a questa situazione un altro pedagogista americano (non preoccupatevi, eh ragazzi, il riferimento è per gli adulti che leggeranno eventualmente queste righe!) basandosi sui dati raccolti ed elaborandoli convenientemente, ha cercato di costruire una "etiologia" (altra parola strana che significa pressappoco una specie di storia) della matofobia nella Satursday Review (del 28 giugno 1975, n. 46-47. Tempi lontani. Voi non c'eravate ancora!) e ha cercato di indicare alcune strategie per una sua prevenzione.
La matofobia nasce nella scuola, purtroppo!
Nasce ad un certo momento, quando l'alunno si trova di fronte ad una difficoltà che a lui sembra insormontabile. Il guaio è che, anche dopo aver superato o compreso la difficoltà, il piacere dello studio purtroppo non ritorna. La ripugnanza diventa irreversibile o quasi.
Vi racconto la mia esperienza di alunna, al riguardo. Udite...udite!
" ...C'era una volta, in una scuola elementare come tante in un angolo del mondo come tanti, un'insegnante veramente terribile ma veramente terribile soprattutto con i bambini cosiddetti "bravi"! Da questi alunni, l'arcigna insegnante pretendeva sempre e comunque il massimo e non tollerava nessun tipo di errore o esitazione!
Un giorno l'insegnante chiese ad una bimbetta "brava" (curiosa e peperina) di risolvere un problema più difficile del solito. Sventura volle che la bimbetta, indecisa tra due soluzioni, esitasse un attimo di troppo prima di scegliere quale di queste proporre. Successe il finimondo: rimproveri a raffica sino alla frase fatale che si impresse a caratteri di fuoco nell'anima e nella mente della bambina: "Vedete ragazzi? La vostra compagna sta affogando in un bicchier d'acqua! Vergogna! Sta arretrando vertiginosamente...come i gamberi, proprio come i gamberi!
Da quel giorno, un po' alla volta, la bambina iniziò a non provare più interesse per la matematica anzi sviluppò progressivamente una specie di insofferenza che ben presto diventò una vera e profonda antipatia per la matematica (o per l'insegnante di matematica?). Ma che colpa aveva la matematica in tutto ciò? Nessuna! La bambina aveva associato nel suo inconscio la matematica all'insegnante. Ecco cosa era avvenuto! Come andò a finire la storia? Che la bambina scelse gli studi superiori classici per avere a che fare il meno possibile con la matematica...E dopo, all'università? Non ebbe più a che fare con la matematica pensereste voi.
E invece no, per quella imprevedibilità e complessità proprie dell'animo umano...l'ex-bambina decise di lanciare una sfida a se stessa, scegliendo una facoltà scientifica per poi laurearsi brillantemente in...Fisica, pensate voi!
Allora la storia finì bene, come in tutte le favole che si rispettino, concludereste! Sì, in questo caso! Ma a quale prezzo?"
Ci sarebbe ancora tanto da discutere e raccontare sulla matofobia e ci sarebbero altre motivazioni da analizzare!
Noi però siamo qui per andare in un certo senso controcorrente, cari ragazzi e per testimoniare con la nostra esperienza come la matematica possa risultare addirittura ...piacevole.
Ricordi Martina, quando, all'inizio dell'anno chiesi a chi di voi primini non piaceva la matematica? E tu timidamente ammettesti che ebbene sì non avevi proprio un rapporto che si potesse definire d'amore?
E ricordi ancora cosa ripondesti alla stessa domanda, dopo vari mesi? "Bè, prof. non so cosa sia successo, ma direi che quasi quasi questa matematica comincia a piacermi!"
E allora: "Abbasso la matofobia! A noi piace la matematica!"
Bell'articolo, collega.
RispondiEliminaMario
Sono contenta del gradimento, Mario.
RispondiEliminaA presto
Le parole di questo post contengono una verità sacrosanta.
RispondiEliminaComplimenti per la lucidità di pensiero!
Gabry
Bellissimo articolo. Mi ha fatto piacere leggerlo.
RispondiEliminaRosy
complimenti per l'articolo è veramente interessante
RispondiEliminaRiccardo e Francesco
sono tute cose vere: è un bell' articolo!!
RispondiEliminafederico1b
è molto interessante e bello questa lettura perchè ci insegna molte cose.
RispondiEliminaè stupendo questo articolo mi ha fatto piacere leggerlo.
RispondiEliminaè molto interessante e bello queata lettura . Ester e Silvia 1°B
RispondiEliminaquesto testo è molto interessante
RispondiEliminae istruttivo!
è molto interessante questo testo , è molto interessante leggerlo
RispondiEliminaMattia Rimini , Fabini Nicola
é un piacere leggere questo articolo!
RispondiEliminaMarica e Martina
Mi fa paura sopprattutto quando sono interrogato in matematica!!!
RispondiEliminaAlessandro C. classe 1aB
Prof questo articolo è magnifico perchè racconta cose che purtroppo succedono realmente... Ma io sostengo particolarmente questo articolo perchè sono una delle poche ragazze della mia età ad amare la MATEMATICA infinitamente e le sono davvero gratta per averci fatto imparare così tante cose in questo anno scolastica...
RispondiEliminacomplimenti per l'articolo
Lisa:-)
questa parola l' avevo sentita alcuni anni fa e non pensavo che avesse questo significato, però grazie a questo interessante testo ora lo so
RispondiEliminaMartina Utili della prima b
è stato veramente interessante leggere questa storia che ti fa riflettere sulla matematica e sui suoi aspetti,per le persone a cui non piace possono capire la causa e risolvere il problema.
RispondiEliminaQuesto però non è il nostro caso perchè a noi è sempre piaciuta dai tempi delle elementari
Debora e Gloria 1b
Cara Lisa, mi fa veramente piacere che la matematica ti piaccia così tanto....vuol dire che non hai fatto brutte esperienze come me al riguardo! E sono arcicontenta che tu pensi di aver imparato molto in questo anno scolastico:-)
RispondiEliminaBrave, Debora e Gloria! Avete colto in pieno il senso di questo articolo: indurre un po' a riflettere "sulla matematica e i suoi aspetti".
RispondiEliminaMi fa molto piacere che la matematica vi piaccia e vi sia sempre piaciuta:-)
Questo argomento lo apprezo molto ed e ben fatto.L'argomento sulla morfologia e molto interesante e mi aiuta molto ha capire come devo procedere quando sono in difficolta.
RispondiEliminaparole sante prof.
RispondiEliminaVIVA LA MATEMATICA!ABBASSO LA MATOFOBIA!!!
parole sante prof.
RispondiEliminaVIVA LA MATEMATICA!ABBASSO LA MATOFOBIA!!!
Emanuele e Andrea 1°A
ci è piaciuto, davvero molto bello.
RispondiEliminaForse la bambina del racconto la conosciamo cmq ci è piaciuta
Questo articolo è fantastico e molto interessante
RispondiEliminaMichele e Marco
PROFFF!!!!!!!Lei ha veramente ragione, viva la matematica!!!
RispondiEliminaIn quinta elementare avevamo una maestra che non era affato brava a insegnare, e io credevo fosse colpa dellla matematica, ma mi sbagliavo!!!
Era soltanto una stupida idea che mi ero fatto sull'insegnante.Ora la matematica mi piace.
Andrea e Cecilia
cara prof....questa storia ci ha veramente colpiti e convinti che comunque,nonostante non abbiamo un gran rapporto con la matematica,ha completamente ragione.E chiunque fosse quella bambina (anche se forse sappiamo chi è)è da prendere da esempio per tutti i bambini che non "sopportano" questa materia.
RispondiEliminaCari saluti alla nostra prof.
Simone V. Giorgia R.
Mi è piaciuto molto, e mi ha fatto pensare a quelle volte che dovevo essere interrogata in matematica e mi tremavano le gambe dalla paura, ma ora sò che la matematica ci è amica:-)
RispondiEliminaElena
quant'è bello questo articolo!
RispondiEliminamary
Quest' articolo è molto interessante perchè riesce a spiegare in un piccolo brano una parola molto complessa
RispondiEliminaGloria e Martina.U. della 1B
la matematica in fondo è molto bella, e speriamo che in queste vacanze estive qualcuno abbia il tempo di ripassarla!!!
RispondiEliminaMarica e Martina
è molto interessante e bello
RispondiEliminanak asso e ale
Prof le porgo i miei più cordiali salti
RispondiEliminalisa:-)
1b
questo blog è molto bello e molto interessante ci vedremo il prossimo anno
RispondiEliminaAYOUB
è bello questo blog
RispondiEliminaLa storia della ragazzina è veramente emblematica. Va in questo modo più spesso di quantosi creda, purtroppo!
RispondiEliminaLuigi
I tuoi alunni sono più che fortunati, son osicuro che apprenderanno la matematica nel modo più naturale e piacevole possibile. e lo dico a ragion veduta, dal momento che invece le mie esperienze mi hanno portato in direzione opposta (a causa di poco piacevoli prof!)
RispondiEliminawww.nontremo.splinder.com
www.dawninabsinth.splinder.com
Caro Enrico, è quello che mi sforzo di fare da sempre:-)
RispondiEliminaAnnarita, ho letto con calma solo ora l'articolo... (ahhh e non ho ancora finito del tutto a Scuola...).
RispondiEliminaBrava! E' una delle cose che non mancherò di far leggere ai miei... pargoli!
ah, ... peperina la ragazzina eh?? manco a dirlo! :-) :-))
Il tuo post mi ha fatto ricordare delle esperienze non proprio positive nei riguardi della matematica.
RispondiEliminaFortunati i tuoi allievi:-)
con una prof. come te i tuoi alunni sono fortunati; tutti ameranno la matematica!
RispondiEliminaGiuseppe
Letto dall'inizio alla fine... Così sei laureata in fisica dopo aver fatto un liceo classico! :D
RispondiEliminaDevo ammettere che però gli studi classici sono molto importanti perchè donano una capacità di studio e organizzazione non indifferente tale da sopperire anche a lacune in materie prettamente scientifiche come la matematica.
Io alle elementari ho cambiato una miriade di insegnanti, un anno in particolare ricordo avevamo un supplente nuovo ogni settimana, alle scuole medie non è certamente andata meglio...avevamo un professore molto bravo e disponibile ma che non sapeva prevalere sugli alunni tanto che era difficile, se non impossibile, fare lezione... io naturalmente ero nel gruppo :P
Scuole superiori......
Liceo scientifico primo e secondo anno fatto con un prof vicepreside che naturalmente visti i suoi impegni di sostituire il preside si presentava sempre tardi, interrogava quasi tutti i giorni e non si sprecava neppure un po ad aiutare gli alunni che non sapevano rispondere, io ero tra quelli naturalmente.Io dicevo, e sono sincero, prof mettetemi pure 2 subito, però ora fatemi vedere come si fa l'esercizio così la prossima volta avrò capito e sarò preparato, ma aihme parlare con un muro era meglio... QUELLO (e ripeto quello) era una persona meschina che cercava soltanto di sfoltire la sua classe, anche se non ha mai potuto bocciarmi visti i voti alti che ho sempre portato in tutte le materie.. io ero l'unico alunno a fare storie con il prof e far valere i miei diritti e non sono stato bocciato ;)
Terzo anno cambiamo professore, mi viene tolta informatica dalla scuola, io mi ero iscritto ad un corso sperimentale per fare in primis informatica... al suo posto cosa è subentrato?? ma certo altre 4 ore di matematica settimanali, con un professore che rasentava il ridicolo... quello delle scuole medie era nulla al confronto.. questo qui oltre a parlare in dialetto, non veniva ascoltato da nessuno, non veniva capito soprattutto da nessuno perchè invece di parlare bofonchiava sotto i baffi...
Da li poi ho deciso di andarmene dal liceo scientifico, andando in un istituto di ragioneria al terzo anno, con tanto di esame integrativo superato al max dei voti, però con indirizzo prettamente informatico, li le cose sono migliorate... avevo professoresse simpaticissime che preferivano essere chiamate addirittura per nome... Ho conosciuto e amato materie come l'economia e commercio, scienza delle finanze, diritto, basi di dati, programmazione (ad un livello accettabile finalmente) ma anche tecnica bancaria, inglese (commerciale finalmente e una prof madrelingua).. Matematica era limitata giusto a un paio d'ore per settimana con giusto i fondamenti per la risoluzione di poche funzioni e giu di li (neppure lo studio sui limiti è stato terminato, e io tantomeno mi sono degnato di studiarli).
Scusami se sono stato così prolisso, ma mi hai praticamente invitato a parlare della mia travagliata vita scolastica :D Di tutti gli anni di studio fatto posso vantarmi soltanto degli ultimi 3 fatti in un istituto chiaramente indirizzato ad un ambito professionale... Non ho mai perso un anno scolastisco e saldato sempre i debiti formativi in mate e chimica(vade retro satana.. hihihi).
Chiudo qui... penso ti sia molto chiaro ora il mio quadro formativo ;)
Sì, Raffaele, ho compreso perfettamente.....soprattutto perchè come hai letto ho vissuto un'esperienza "matofobica" anch'io pur se in maniera diversa.
RispondiEliminaE mi rattrista sapere che belle intelligenze come la tua siano state mortificate al punto da essere private della possibilità di accedere ad una materia che so essere profondamente bella. Te lo dice una persona che ha odiato la matematica per anni....per poi ritrovarsi ad amarla in modo altrettanto intenso...fino al punto da insegnarla.
Nel mio insegnamento cerco di non commettere gli errori fatti da quegli insegnanti che mi hanno condotta nel territorio della matofobia, dedicando attenzione ai bisogni dei miei alunni senza mai stigmatizzare l'errore...al contrario valorizzandolo poichè dall'errore si apprende e si progredisce verso la comprensione....
Beh tu hai voluto approfondire questa materia perchè in fondo ti piaceva ;) Io aspiro ad altro come scritto nel mio blog in un commento mi piace internet e la comunicazione, progettare soluzioni e/o sistemi per web, curarne il loro aspetto economico, sociale, amministrativo, tecnico e chi più ne ha più ne metta.
RispondiEliminaHo una seconda innata passione questa irrealizzabile perchè troppo costosa, quella per i motori, non ti racconto le mie sventure da giovanissimo e l'incidente stradale in moto da cui ne sono uscito miracolato e praticamente illeso ;)
Da allora ho scelto il campo di cui ti ho parlato prima, ed è anche per questo che non sento davvero una forte utilità nella matematica oltre quella di base :P
Un bellissimo articolo...
RispondiEliminaPersonalmente Amo la matematica, in quanto c' è sempre da imparare e più si impara e più ci si rende conto di quante cose ancora non si sanno.
Non parlerei di fobia, ma guarderei la cosa sotto il punto di vista dell'interesse, ovvero quanto mi interessa questa cosa?
Quando faccio lezione in aula e i corsisti mi dicono "per te è facile usare il pc, per me è difficile" io rispondo loro che non è vero e che è uguale per tutti, quello che cambia è l'interesse che si prova nei confronti della materia, per una persona veramente interessata alla matematica parlare di numeri e operazioni algebriche sarà un piacere, mentre per una persona che è interessata a fare altro nella vita parlare di definizioni matematiche sarà una cosa per cui non prova minimamente interesse e dunque si giustificherà reputandola difficile e mettendoci un impegno uguale a zero.
Buon Lavoro
Daniele D.C.
Eh, Daniele, invece la matofobia è provata...non è solo questione di interesse. L'interesse per nascere deve essere coltivato come una piantina, un germoglio tenero che ha bisogno di cure per alimentarsi.
RispondiEliminaSapessi, nella mia esperienza di insegnamento con i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, quanti odiano la matematica perché hanno vissuto esperienze errate nell'approccio a questa disciplina, sin dai primi anni.
E quanti ragazzini sono stati, invece, recuperati all'amore per questa disciplina grazie a stimoli corretti e a setting mirati!
Leggi i commenti di ragazzi a questo post e ne avrai un'idea.
Grazie del commento e dell'apprezzamento!
La tua storia è fantastica Annarita, praticamente il tuo trauma è molto simile a quello che ho avuto io, alle superiori però. Avendo un carattere molto tenace ho poi accettato la sfida con me stesso di affrontare gli esami di matematica della mia facoltà di ingegneria. Ora adoro la matematica, riesco a sentire la sua musica, la melodia che c'è dentro ai "numeri" e sono sicuro che potrei farla amare a chiunque altro abbia voglia di avvicinarsi alla materia talmente mi entusiasma.. :)
RispondiEliminaLa matofobia esiste ma purtroppo esistono molti più casi di professori che non sanno far amare la matematica, se c'è una cosa di cui io oggi vado fiero è il fatto di aver sostenuto molti esami di matematica e averli superati con le mie forze senza chiedere l'aiuto di nessuno; beh certo, non sono un matematico o un fisico, come te, ma sicuramente ho una logica matematica abbastanza sviluppata che ritrovo nella quotidianità, nelle piccole cose di tutti i giorni, e soprattutto, ora finalmente sono in grado di risolvere i compiti in classe delle superiori con un velocità esorbitante!!! :D
P.S. la tua laurea in fisica deve essere stata tremenda, solo la passione attutisce il peso, è proprio vero!
Un abbraccio. Paolo
Caro Paolo, le nostre storie scolastiche nei riguardi della Matematica si assomigliano, è vero, anche se vissute in periodi diversi della nostra carriera di studenti.
RispondiEliminaEntrambi, poi, per motivi diversi abbiamo sviluppato una passione per la matematica e io ho la fortuna di insegnarla!;).
Quel che affermi circa la difficoltà di trasmettere l'amore per questa materia è, purtroppo, vero!
La Matofobia...inizia sui banchi di scuola. E' un dato di fatto!
Studiare la Fisica e laurearmi in questa non semplice disciplina non è stata una passeggiata, ma mi ci sono dedicata con vera passione...hai visto giusto!
Un abbraccio anche a te carissimo. E' un vero piacere constatare che ci sono giovani sensibili, preparati e in gamba come te:)
Annarita
E' proprio così, Annarita, e fai benissimo a raccontare le tue esperienze e i tuoi ricordi.
RispondiEliminaL'entusiasmo e la partecipazione degli studenti, piccoli o grandi, nasce proprio dal rapporto che hanno con noi. (lo dico da ex, ma mi perdonerai per questa volta)
Arriverei a dire che il rapporto tra studente ed insegnante ha qualcosa di magico: deve scattare l'abracadabra dell'apprendimento.
Queste cose mi emozioneranno sempre ed ancora... Spero che tu, Annarita, possa sempre ottenere soddisfazione adeguata dal tuo lavoro; i ragazzi non te la faranno mancare.
Immagino che ci sarà chi è scettico, chi pensa che un'insegnante così sia una persona che travalica il ruolo, che insegnare sia solo far lezione e spiegare in modo tecnico; ma non è così. A questi io dico:
Annarita è un'insegnante di razza. E' un valore aggiunto all'Istruzione.
Questo lo dovrebbero capire tutti: dal Ministero in giù. Invece a volte ci sono colleghi invidiosi o dirigenti che appartengono alla stessa "razza" della vecchia prof di Annarita ragazzina, e pretendono di interferire nell'azione di docenti che hanno talento e passione. Ed hanno torto.
Cara Maria Serena, ti ringrazio delle belle paole:).
RispondiEliminaSono contenta che un'insegnante sensibile come te sia vicina al mio modo di sentire e vivere l'insegnamento.
Un abbraccio:)
Annarita
Splendido pezzo! Così si parla! La mia esperienza è un po' diversa, perché per mia fortuna sono passato indenne attraverso tutti i cattivi insegnanti di matematica che ho avuto; la mia passione è stata superiore, ma per i miei compagni di classe, purtroppo, non è stato così... A matematica con me c'erano altre quattro compagne del liceo, che scelsero l'indirizzo didattico; conoscendo la loro "capraggine matematica" non oso pensare a quei poveri loro allievi...
RispondiEliminaPurtroppo questa situazione è un serpente che si morde la coda: non escono bravi insegnanti di matematica (a parte casi rari e conosciuti, beninteso, hihihi!) perché quei futuri insegnanti non trovano chi insegni loro a insegnare la matematica...
Grazie Mauro! Eh, non posso parlare che così, stantis rebus!
RispondiEliminaLa matofobia esiste e nasce sui banchi di scuola, purtroppo:(
"Purtroppo questa situazione è un serpente che si morde la coda: non escono bravi insegnanti di matematica (a parte casi rari e conosciuti, beninteso, hihihi!) perché quei futuri insegnanti non trovano chi insegni loro a insegnare la matematica..."
La tua riflessione è realistica senza ombra di dubbio.
Un caro saluto:)
Grazie cara, per aver proposto un termine del quale non conoscevo l'esistenza. Molto interessante quello che dici e convengo con te, l'insegnante ha il potere di infondere avversioni che inizialmente erano tendenze amate. La tua storia è deliziosa e fa riflettere sul comportamento di alcuni professori, anche per questo tu sei un'insegnante eccezionale che trasmette passione senza opprimere negativamente. Buona giornata, un caro abbraccio.
RispondiEliminaAnnamaria*
Cara Annamaria, ti ringrazio per il tuo commento.
RispondiEliminaUn abbraccio
annarita
Rosy: con firefox, paperino non lo vedevo con internet explorer si e cosi ho potuto leggere la storia di una bambina che credo di sapere chi è....
RispondiEliminaBella storia e scommessa vinta! bravissima!
riflettendo bene sai che penso che
il classico con le sue materie umanistiche
ha fatto di te una matematica completa!
cuore anima e cervello che vanno all'unisono
come si dice...non ogni male viene per nuocere.
Un abbraccione
Sogni d'oro Professoressa.
sì, la paura della matematica incomincia certamente a scuola il metodo di insegnamento dell'insegnante influisce moltissimo su questo aspetto....ho bambini che non sono eccellenti in matematica ma amano ugualmente lavorare in matematica ...nonostante le difficoltà....non so se sia mio il merito...ma devo dire che dall'inizio l'ho presentata molto in forma giocosa e pratica ...
RispondiEliminabello il post e la testimonianza
un abbraccio
elisa
Caro Alberto, ti ringrazio moltissimo di aver espresso il tuo prezioso punto di vista. Concordo sul fatto (ed è dimostrato dalle ricerche sperimentali di Howard Gardner circa le intelligenze multiple) che biologicamente possediamo delle predisposizioni o attitudini, una sorta di potenziale biologico, che ci fanno riuscire meglio in ambito musicale o linguistico o naturalistico o matematico...ecc.
RispondiEliminaCiò precisato, sono convinta sulla base della mia esperienza che la matematica sia tranquillamente accessibile a tutti, così come gli altri ambiti della conoscenza. Certo se parliamo dei settori della conoscenza in senso diciamo così più specialistico, naturalmente c'è chi riesce meglio in un campo piuttosto che in un altro.
Abbasso quindi la Matofobia...e viva la matematica.
Un caro saluto.
Annarita:)
Eli, siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Direi di sì: il merito è proprio tuo:)
RispondiEliminaAbbraccioni
annarita
Cara Annarita,
RispondiEliminasono corsa a leggere per curiosità. Come può aver avuto paura della matematica, lei, Annarita?
Mi sono ritrovata nelle tue parole, ma per me è successo con le lingue straniere, e non ne sono mai guarita.
Pensa che ho iniziato le medie con un amore incredibile per il francese. Avevo ottimi voti all'inizio. Poi, mio papà, con tutte le buone intenzioni, ha preteso da me un tale perfezionamento della pronuncia (lui lo parla come un francese tanto che se va in Francia non ci credono che è italiano) che a me è venuta la Linguafobia (si dice così?).
Ancora oggi non riesco più a parlare nè inglese nè francese. Li leggo, li traduco ma non li parlo.
Anche io come te, all'inizio dell'anno chiedo sempre ai ragazzi se amano o no la matematica. Credo sia una domanda fondamentale per noi insegnanti, ed anche un po' una sfida.
Ma no, Elena! Mi dispiace che tu non sia riuscita a superare...
RispondiEliminaE in effetti, questo pericolo è sempre in agguato. Motivo per cui il nostro modo di porci a scuola con i ragazzi è fondamentale per evitare di ingenerare inutili quanto dannose fobie.
Scusa ho dimenticato di firmare
RispondiEliminaSono Enrico bo
Che splendida storia la tua. Il pensiero poi di come ti sarà grata , tra qualche anno la simpaticissima (e coraggiosa, perchè qualche altro la manina non l'ha tirata su!) Martina, è una delle cose che penso facciano più piacere a chi ha scelto di insegnare, mestiere che io non ho intrapreso per un capriccio del destino (mi arrivò la convocazione per l'incarico a tempo indeterminato per Estimo ai geometri per il giorno prima del mio ritorno dal viaggio di nozze, pensa un po', bastava qualche giorno dopo e la mia vita sarebbe cambiata, una delle tante sliding doors che ci capitano).
RispondiEliminaCome vedi la curiosità non è solo donna...
RispondiEliminaE come si fa a non meravigliarsi venendo a sapere che anche tu hai sofferto di matofobia?
La tua storia personale mi ha colpito; quanti danni può fare un insegnante, diciamo, "poco sensibile", o forse poco "insegnante"?
Di la verità, i numeri, la matematica e la fisica, ti "spingevano" dentro, ti chiamavano e tu, fortunatamente per i tuoi ragazzi e per tutti noi, hai risposto e alla grande.
Mi piace molto questa tua condivisione personale e, soprattutto, mi piace il motivo, lo scopo, per cui è stata fatta, rassicurare la piccola Martina e tutti quei ragazzi che inizialmente trovano qualche difficoltà:
" ragazzi, tranquilli, ci sono passata anche io, vi capisco e proprio perchè ci sono passata, mi impegno ad aiutarvi, a farvi capire che in fondo sono altre le cose di cui aver paura, non certo la Matematica "
Visto che presuntuoso, adesso ti leggo anche nel pensiero.
Comunque, se non con queste parole, io credo che lo spirito fosse quello.
Bella soddisfazione alla fine dell'anno sentirsi dire:
" prof, io non ho più paura della Matematica"
Un salutone
Marco