Cari ragazzi della futura 3° B, lo scorso anno abbiamo trattato sia il Teorema di Pitagora che i numeri irrazionali, due argomenti interessanti quanto impegnativi. Tali argomenti sono tra loro correlati strettamente, come apprenderete dalle note storiche che sto per presentare.
Pitagora, come già sapete, fu un matematico e filosofo tra i più conosciuti dell’antichità, la sua vita però è avvolta nel mistero, infatti, della sua esistenza si conoscono pochissimi fatti storici, la maggior parte delle notizie è frutto di racconti e leggende.
Nacque a Samo, nell’antica Grecia, visse tra il 580 e il 500 a.C. e la leggenda vuole che fosse figlio di Apollo (dio greco di arti, musica, medicina e profezia) o Ermes (il messaggero degli dei). Secondo la leggenda, il nome di Pitagora risalirebbe etimologicamente ad una parola che trova il suo significato in “annunciatore del Pizio”, e cioè di Apollo. Si riteneva, infatti, come già scritto, che egli fosse figlio del dio stesso. [A sinistra, moneta romana raffigurante Pitagora]
Non si occupò solo di matematica, ma anche di filosofia, magia, musica, astrologia, riti occulti, che, si racconta abbia appreso, e quindi portato in occidente, nei suoi lunghi viaggi presso i Babilonesi, Egizi e forse anche Indiani.
Tornato dai suoi viaggi, si stabilì a Crotone, che a quei tempi faceva parte della Magna Grecia, dove fondò la famosa scuola dei pitagorici.
I pitagorici consideravano i numeri di importanza fondamentale e li ponevano alla base di ogni elemento naturale; pensavano che alcuni numeri fossero sacri e avevano attribuito loro significati particolari.
Ad esempio, i numeri pari erano femminili e i dispari maschili. Il numero 2, essendo femminile, era il numero dell’ “opinione” e il numero 5 era simbolo dell’unione, perché formato dalla somma di un numero femminile, il 2, e uno maschile, il 3; il numero 1 o Monade (figura a destra) era il simbolo della ragione, perché generatore di tutti i numeri, e così via.
Oltre a teorie fantasiose, affermavano anche alcune verità scientifiche, come la teoria della sfericità della Terra, la possibilità di misurare la musica con valori numerici, e il famoso teorema che prese appunto il nome da Pitagora.
Dopo aver frequentato la scuola pitagorica per qualche tempo, i vari allievi entravano a far parte di una setta segreta, i cui componenti mettevano in comune i loro beni materiali e il loro sapere ed erano legati da un giuramento di segretezza riguardo le nuove scoperte.
L’atmosfera di segretezza che aleggiava nella setta e la pratica di arti magiche contribuirono a creare un alone di diffidenza, e, non si sa se a torto o a ragione, i pitagorici furono accusati di complotto contro il potere politico.
Fu così che gli abitanti di Crotone appiccarono un incendio alla casa di un discepolo, nel quale, forse, morì anche Pitagora.
Un'altra versione della morte di Pitagora è collegata alla nota idiosincrasia di Pitagora e della sua Scuola per le fave: non solo si guardavano bene dal mangiarne, ma evitavano accuratamente ogni tipo di contatto con questa pianta. Secondo la leggenda, Pitagora stesso, in fuga dagli scherani di Cilone di Crotone, preferì farsi raggiungere ed uccidere piuttosto che mettersi in salvo attraverso un campo di fave.
A propositò di questo divieto pitagorico di cibarsi di fave, Giovanni Sole nel libro Pitagora e il tabù delle fave, Rubettino editore, ne dà un'interpretazione fisica e una spirituale. La prima è collegata al favismo che secondo studi medici era diffuso proprio nella zona del crotonese (Op.cit. pagg.90 e sgg.), mentre la seconda fa riferimento a credenze antiche, messe in luce da Levi Strauss, secondo cui le fave erano considerate connesse al mondo dei morti, della decomposizione e dell'impurità (Op.cit. pagg.142 e sgg.) dalle quali il filosofo si deve tenere lontano.
L’amore per i numeri e il loro studio portarono i pitagorici alla scoperta dei numeri irrazionali! La conoscenza di numeri infiniti e di grandezze incommensurabili sconvolse profondamente la filosofia della scuola, basata sull’ipotesi che tutto l’Universo fosse armonioso e misurabile, perché costruito alla perfezione dagli dei.
In seguito alle nuove scoperte, avvenute soprattutto dopo lo studio approfondito del famoso teorema, il valore mistico e religioso dei numeri venne meno e così anche la certezza della protezione da parte degli dei.
Consultare un'applet java del teorema di Pitagora.
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Crotone non fa parte della provincia di Catanzaro poiché è egli stesso un capoluogo di provincia.
RispondiEliminahttp://it.wikipedia.org/wiki/Crotone
Sicuro che Crotone non fa parte della provincia di Catanzaro da quando è diventato capoluogo di provincia, e cioè dal 1994.
RispondiEliminaAvevo espresso con scarsa efficacia il concetto, che adesso ho precisato.
Sarei lieta di sapere con chi ho il piacere di interagire...