Speech by ReadSpeaker
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Carissima Annarita, senza le vacanze e il caldo, questi post dedicati alla storia della matematica darebbero luogo sicuramente a forum di discussione molto interessanti, poiché gli argomenti sono davvero attraenti per chi è appassionato di matematica e per chi desidera accostarsi con uno spirito diverso a questa disciplina.
RispondiEliminaE' vero, Talete viene acclamato dalla tradizione come il fondatore dell'impostazione deduttiva della geometria, ovvero quella razionale, essendo attribuiti a lui certi risultati, a cui tu hai giustamente fatto riferimento con dovizia di particolari.
Desidero sottolineare, cari ragazzi, che non ci sono infatti, a tal riguardo, prove sempre sicure! La testimonianza più attendibile può essere considerata solo quella di un allievo di Aristotele, Eudemo di Rodi, autore di una storia della matematica, andata perduta, a cui sopravvisse un suo riassunto, anche questo andato perduto, ma il cui contenuto fortunatamente venne incorporato da Proclo nelle prime pagine del suo commento al primo libro degli Elementi di Euclide.
Certo in una scheda, come giustamente tu sottolinei, Annarita, non è possibile esaurire l'argomento, nonostante tu sia riuscita lo stesso e alla grande a tracciare un signor profilo, rifinito, in maniera brillante, dal prezioso apporto di Aldo Bonet. La cosa, infatti, è resa più difficile dal fatto che Talete insieme a Pitagora sono figure storicamente piuttosto confuse in ambito matematico, così come Omero ed Esiodo in campo letterario greco,. Anche se per questi ultimi abbiamo testimonianze scritte, che conosciamo, dei due matematici, invece, non ci è pervenuto alcun capolavoro matematico ascrivibile a nessuno dei due, nonostante le illustri testimonianze di Plutarco, Platone, Apuleio ecc...., evidentemente di indubbio valore. A tal proposito vale la pena di sottolineare l'importanza delle ricerche archeologiche e filologiche, anche se molte volte certi ritrovamenti sono davvero casuali. Non perdiamo le speranze su Talete! Immaginate, ragazzi, come sarebbe bello se anche per Talete accadesse la stessa cosa meravigliosa, accaduta per Archimede: il ritrovamento del Codice (C) perduto!
Anche perchè, ragazzi miei, non sempre ci possiamo fidare ad occhi chiusi della tradizione e della leggenda, pure quando sono abbastanza consolidate nel tempo, dal momento che..., se vogliamo dirla proprio tutta...,
"noi sappiamo dire molte menzogne simili al vero" (Esiodo, Teogonia ).
Grazie, Annarita, ancora una volta, per la tua straordinaria dedizione e complimenti!
Un abbraccione
maria I.
Cara Maria, grazie del ricco e intelligente commento. Sono d'accordo con te.
RispondiEliminaNon è stato facile effettuare una sintesi che potesse offrire elementi comprensivi di questo grande profilo, soprattutto in considerazione del fatto che i destinatari principali sono alunni molto giovani che vogliono essere attratti. Il rischio di annoiare è infatti sempre presente in un articolo divulgativo. Proprio ciò che voglio evitare!
Un grazie di cuore per essere sempre presente anche con il caldo e in vacanza, quando la maggior parte dei lettori, a ragione, cerca di evitare il pc.
Un abbraccione.
annarita
RispondiEliminaIl rischio di annoiare è infatti sempre presente in un articolo divulgativo. Proprio ciò che voglio evitare!
Stai pur certa che ci sei riuscita alla grande. L'articolo è una sintesi mirabile. Hai saputo dare un taglio accattivante che coinvolgerà sicuramente i ragazzi destinatari. Me ne servirò anch'io a scuola, come ho già fatto con altri tuoi post, che hanno sempre funzionato alla grande con i miei alunni!
Durante l'anno scolastico, sono loro a chiedermi spesso di venire a dare una "sbirciata" a Scientificando e a Matem@ticaMente, i "blog di Annarita".
Bacione.
Arte.
Arte, oh come mi fa piacere che i tuoi alunni sentano il desiderio di venire "a sbirciare" sui blog. Ne saranno felici anche i miei discoli quando li avrò informati.
RispondiEliminaBacioni.
annarita.
RispondiEliminaCerto che fra te e Maria è proprio una bella gara con questi post: il moderno accanto all'antico! Ma ambedue i matematici interessanti ed affascinanti, evidentemente per ragioni diverse, ma con in comune un grande valore: l'amore per la matematica, che purtroppo scarseggia tra i "comuni mortali".
Complimenti,Annarita! Sei proprio...brava, brava, brava! Grazie
ciao
Andrea
Bellooooooo! Utilizzerò anch'io a scuola questo gioiello. La figura grandiosa di Talete merita di essere conosciuta a tutto tondo. Interessantissimo il commento di Aldo Bonet. Ricordo la prima segnalazione del suo ebook su Matem@ticaMente. Era la versione presente su Gioia Mathesis.
RispondiEliminaHo scaricato poco fa la versione attuale, che hai segnalato nel post. Leggerò molto volentieri l'ebook e lo diffonderò a scuola tea i miei colleghi.
Grazie ad Aldo Bonet per la sua infaticabile e appassionata ricerca e un grazie megagalattico a te che ti adoperi instancabilmente per la divulgazione del sapere. Se non ci fossi, ti si dovrebbe inventare. Lo so che l'ho affermato ancora, ma non mi stancherò mai di ripeterlo. La tua opera di divulgazione nella rete ha qualcosa di eroico!
Un abbraccio.
Ruben
Mi ricordo di un libro, I presocratici, a cura di A. Pasquinelli, ampia collezione di frammenti sia diretti che indiretti sui presocratici, essendo Socrate, da un puno di vista filosofico, una sorta di spartiacque.
RispondiEliminaTalete, Anassimandro e Anassagora sono tre nomi che ricordo, e di questi soprattutto Talete con la sua previsione di un'eclissi solare.
Pure se non ha lasciato opere scritte, nel ricordo di altri filosofi è tratteggiato come sapiente e arguto.
Non è un mero esercizio storico ritornare con la mente a questi grandi del passato, che d'altronde hanno gettato le fondamenta del pensiero, ma un utile proponimento. Serve a comprendere le grandi cose che hanno scoperto,senza consultare wikipedia o un libro di geometria, i loro interrogativi, e le loro risposte ai quesiti, a volte ingenui, ma a volte in grado di resistere ai secoli.
E quindi onore a voi, a te Annarita e a Aldo, per riportarci alla memoria inmaniera così brillante questi grandi pensatori del passato di cui noto, ma forse mi sbaglio, un qual certo parallelismo tra dedizione alla natura e stile di vita.
Paopasc
Caro Aldo, non devi ringraziarmi perché tutto quel che faccio proviene dalla mia passione per la conoscenza. Mettere in evidenza lavori pregevoli come il tuo è un onore e un piacere ai quali non rinuncerei mai.
RispondiEliminaConosco e apprezzo il libro di Lucio Russo e mi fa piacere che tu l'abbia ricordato.
Sono anche molto felice che l'accademia stia finalmente riconoscendo la validità del tuo lavoro, utilizzandolo come fonte didattica. Era ora che ciò avvenisse!
Un abbraccio.
annarita
Andrea, ti ringrazio molto per l'apprezzamento nei riguardi dell'articolo. Molto del merito va agli inserti del lavoro di Aldo Bonet.
RispondiEliminaUn caro saluto.
annarita
E quindi onore a voi, a te Annarita e a Aldo, per riportarci alla memoria inmaniera così brillante questi grandi pensatori del passato di cui noto, ma forse mi sbaglio, un qual certo parallelismo tra dedizione alla natura e stile di vita.
RispondiEliminaNo, Pa. Non penso che ti stia sbagliando. La dedizione alla natura e lo stile di vita degli antichi saggi era un binomio inscindibile.
Un ringraziamento anche a te.
RispondiEliminaCaro Aldo e cara Maria, anche io amo molto e sono particolarmente legata alla Sicilia. Due miei carissimi amici sono catanesi di Santa Venerina.
Ho visitato Catania, Palermo, Siracusa ed Agrigento. Quattro perle! Ho soggiornato a Siculiana marina per 3 settimane anni fa e sono stata conquistata dalla Bellezza e dalla profonda cultura che si respira in quei luoghi splendidi.
E la Sicilia ritorna sempre e interseca la mia strada.
RispondiEliminaEcco, immaginate la professoressa Annarita Ruberto nel Settecento, dopo aver scritto ed esibito il presente saggio su Talete: sarebbe come adesso, tutti ad acclamarla e complimentarci con lei? E Talete stesso, pensate che ha avuto vita facile al suo tempo? No
Dal saggio “La Donna e la Matematica: Eterne Regine” (da didattica delle scienze 1996) di Emilio Ambrisi – ispettore P.I. E Franco Eugeni – Università degli studi di Teramo.
"Lascia le donne e studia la matematica". Pare che questo sia stato l'amorevole e caloroso invito rivolto a J.J. Rousseau da un'avvenente gentildonna veneziana.
Vi è in tale invito tutto il portato sociale e culturale della matematica come modello insuperabile del sapere certo e organizzato nonché del vero studio, quello serio e impegnativo volto a ben educare la mente, quindi di disciplina che sempre ha rappresentato "in assoluto la scienza più severa, più rigorosamente estranea alle alterne vicende della vita che incantano e turbano il cuore umano".
Vi è la concezione della matematica che non ha nulla di frivolo e di volubile, caratteristiche che appaiono più chiaramente collegate ad aspetti femminili. E così, per una fanciulla, ma anche per la donna, non doveva affatto ritenersi naturale ed adeguato lo studio della matematica. Una donna che ragionasse in termini matematici. Ammesso che fosse riuscita in questo difficile studio, certamente non corrispondeva ai canoni e agli ideali femminili dell'epoca.
Eppure è proprio l'epoca di Rousseau e più propriamente quella che immediatamente la precedette a segnare l'avvio di un graduale avvicinamento della donna alla scienza e più in particolare alla matematica sancendo così la fine del mito di Ipazia.
Ipazia, vissuta nel periodo alessandrino, era figlia di Teone, matematico ed astronomo, e dal padre apprese tali discipline e ad esse si appassionò. La sua perizia matematica le fu però fatale: fu accusata di magia e per questo lapidata. Spesso. Nell'antichità. Magia e matematica hanno giocato ruoli analoghi e la geometria più volte è stata considerata una magia. Fu decisamente interpretato come un prodotto di magia la predizione dell'eclisse operata da Talete e un fatto magico costituì la misura da lui effettuata dell'altezza della piramide, la gigantesca tomba del faraone, operazione con la quale Talete sbalordì tutti: agrimensori, sacerdoti e il re.
L'aspetto magico, collegato anche a speculazioni astrologiche alle quali non vennero meno anche illustri matematici, è certamente uno degli aspetti che tenne lontano da questa disciplina le donne già così fortemente interessate ad accuse di stregoneria, come tristemente dovette riscontrare il grande Keplero impegnato a salvare da tale pericolosissima accusa la propria madre.
È bene dunque che la donna faccia altre cose e non si impegni nelle studio della scienza e della matematica che sono innaturali.
È stato questo in definitiva il pensiero dominante almeno fino a tutto il XVI secolo. La donna è come nel ritratto che ne fa Dante
Io parlato a voi, giovani donne
Che li avete gli occhi di bellezze ornati.
E la matematica richiede invece una mente che non sia vinta ma piena di energia e pronta a vincere. Ancora Molière, nel Settecento, dirà: "Non sta bene, e per più ragioni, che una donna studi e sappi tante cose". A volte, infatti, è proprio lo studio generale e non solo quello della scienza che non conviene alle donne: È questo un aspetto peraltro solo da poco definitivamente superato. (...)
Poi vennero
Sofia Hannover,
la principessa d'Anhalt-Dessau,
Carolina di brandeburgo,
Emile du Chalet,
Lady Marsham,
Lady Wortlet,
Maria Gaetana Agnesi.
Ma non finisce qui... è appena l'inizio di un'epoca scientifica al femminile.
Brava, Annarita
con un forte abbraccio,
Gaetano
RispondiEliminaComplimenti, Annarita, anche per questa bella scheda su Talete.
Bravo anche il valente Bonet! Davvero un'accoppiata vincente!
Gli spunti didattici con te, di sicuro, non mancano.
Grazie per come ti prodighi per la salute della nostra malandata Scuola!
Sei esemplare!
Buona giornata,
Adele
Che bello questo post,
RispondiEliminainteressanti i commenti e le immagini
Ma la cosa più bella è vedere
la passione di tutti il lettori per questa
materia...un po' vi invidio...
nel senso buono della parola.
Invece, trovo molto bello
che tante voci si riuniscono
regalando a quelli come me
tanta bella lettura.
Grazie allo studioso
Aldo Bonet
ai lettori con i loro commenti
E che dire di te Annarita?
Sei in gamba la tua passione
per la scienza e cosi appassionata
che si tocca con mano
un solo grazie non basta
Sono cosi orgogliosa
di te e felice di averti incontrata
Grazie.
Bacio
Rosaria
RispondiEliminaDidatticamente molto interessante questa scheda su Talete, elaborata col taglio giusto, adatto a giovanissimi studenti e nello stesso tempo arricchita dall'apporto significativo di Aldo Bonet.
Complimenti! ciao
enzo
Caro Aldo, rispondo di volata sulla questione della spada, come se fosse una cosa micidiale e, dunque inutile.
RispondiEliminaMa allora, se risaliamo alla questione biblica sull'albero della scienza del bene e del male posta alla portata dei due, Adamo ed Eva, sarebbe stata buona cosa non metterlo nel giardino. Invece fu posto al centro quasi a bella posta, ma in modo "malizioso" Adamo ed Eva furono messi in guardia dal lasciarsi tentare di cogliere il frutto di quell'albero.
Insomma, se non fosse per la spada in questione, immaginando per esempio, che la si possa paragonare alle barre di uranio di una pila atomica, noi non disporremo di una fonte di energia indispensabile per il genere umano di quest'epoca.
Occorre, dunque, estrarre tutte le spade possibili, ma senza dover fare sforzi per farlo. Facile a dirsi ma difficile da mettere in pratica. Per questo ho posto la spada nella roccia come se fosse un "talamo" un appena appoggiata. Deve essere un gioco di bambini e non una gara, una competizione o, peggio ancora, una guerra.
Il talamo sta indicare il cervello e più su la mente. Nel passato i due che tu dici e che si invertono senza alterare la situazione del loro rapporto, possono paragonarsi a Ulisse e Penelope che a cose fatte rientrano nel talamo. Era il passato e ci vollero i dieci anni di Troia, poi tutte le peripezie di Ulisse e poi ancora la tragica conclusione dell'uccisione dei Proci. Fu un prezzo troppo grande, immenso. Ma prezzi del genere si continuano a pagare ancor oggi.
Cosa accadrà nel presente? L'uomo non riuscirà a risolvere a porvi rimedio. Tuttavia il nostro corpo biologico è in continua evoluzione, Così è stato sin da i millenni andando indietro nel tempo. Ed è così tutto l'apparato "incorporeo" che vi sta dietro. Possiamo intuire perciò che si sta preparando l'uomo nuovo strutturato grazie al continuo avere a che fare - mettiamo - con i "numeri" in tanti modi possibili. L'uomo nuovo riuscirà a estrarre spade a iosa che lo serviranno senza danno per lui.
Sarà qualcosa di rivoluzionario che sboccia nelle nuove generazioni.
Ciao, Gaetano
RispondiEliminaEcco, immaginate la professoressa Annarita Ruberto nel Settecento, dopo aver scritto ed esibito il presente saggio su Talete: sarebbe come adesso, tutti ad acclamarla e complimentarci con lei? E Talete stesso, pensate che ha avuto vita facile al suo tempo? No
Caro Gaetano, no. Non penso che in passato ci sarebbe stato riconoscimento per un lavoro matematico svolto da una donna. La storia lo insegna chiaramente!
Mi auguro davvero che sia iniziata una nuova epoca illuminata in cui le barriere del pregiudizio e il binomio maschile/femminile possano essere definitivamente superati.
Le donne hanno lavorato e continuano a lavorare il doppio per affermarsi in ambiti ritenuti da milenni competenza e appannaggio degli uomini...per diversi motivi, non esclusi una dose di ignoranza sui meccanismi del pensiero e della trasmissione genetica dei caratteri eriditari.
Ti ringrazio di cuore del supporto alla mia persona, storico amico di sempre.
Un abbraccio.
annarita
RispondiEliminaGrazie, Adele. Sei una lettrice recente, ma già appassionata.
Un caro saluto!
Rosaria bella, sono io la fortunata ad aver incontrato uno spirito libero, curioso della conoscenza e generoso quale tu sei.
RispondiEliminaQui si è creato un bel circolo virtuoso grazie a persone come te, Gaetano, Maria, Aldo e altri lettori che contribuiscono a renderlo vivo e appassionato con i loro preziosi interventi.
Un abbraccio.
RispondiEliminaTi ringrazio, Enzo, caro e nuovo lettore, per il tuo apprezzamento.
A presto.
annarita
Ed io..tra..di..voi..,Annarita e Aldo ho assistito in silenzio alla querelle notturna, conclusasi fortunatamente con un bellissimo "amici più di prima"!
RispondiEliminaAnch'io, Aldo, ero a conoscenza di questa biografia ( noi donne stiamo molto, ma molto attente alle cose che riguardano la "a noi tanto cara questione femminile",...., con buona pace dei maschietti! )...E la Desanka Trbuhovic-Gjuric non è certo molto tenera nei confronti del nostro Albert, che ne viene fuori un pò malconcio.(La biografia dovrebbe essere tratta da "Donne di scienza. 55 biografie dall'antichità al duemila" di Sara Sesti e Liliana Moro, edizioni Pristem-Università Bocconi, seconda edizione 2002).
Evidentemente è chiaro che è giusto che il Nobel
spettasse ad Einstein, ma che "sta poveraccia" che comincia
- col correggere gli appunti di fisica avuti in prestito da Einstein
- a svolgergli e risolvergli complesse operazioni di calcolo;;(ricordiamoci che...almeno in un primo momento Einstein considerava la matematica "un inutile orpello", rivalutandola successivamente);
-a contribuire ai suoi studi sulla relatività,
certo una qualche ufficiale gratificazione avrebbe potuto pure averla, a maggior ragione se é vero quanto riferisce la biografa:
"I manoscritti originali che vennero poi pubblicati nel 1905 negli "Annali della Fisica" portavano il nome Einstein-Maric. Dopo la pubblicazione lo stesso Einstein avrebbe distrutto questi documenti, che contenevano anche l’opera sulla teoria della relatività specifica e la ricerca per la quale ottenne il Premio Nobel per la fisica nel 1921."
Comunque non si può negare, come del resto ha sottolineato Annarita, una certa discriminazione nei confronti delle donne di scienza..e non solo nel passato!
Ora, cari amici, vi saluto e vado a nanna anch'io. Un abbraccio e....
Buonanotte!
maria I
RispondiEliminaMa no, ma no, Aldo. Non devi scusarti. All'epoca del Carnevale della fisica n.5 non seguivi ancora i miei blog ed è quindi normale che del lunghissimo articolo tu abbia letto la parte che ti interessava direttamente. L'importante è aver ristabilito la giusta misura nelle cose.
Un abbraccio e a presto!
RispondiEliminaCara Maria, non ho inteso la discussione come una querelle, bensì come una precisazione circa i fatti richiamati.
Il libro della Sesti e della Moro è già stato citato, insieme ad altre fonti, nella lunga introduzione dedicata alle donne di Scienza del Carnevale della Fisica n.5. Per chi volesse approfondire la tematica trova lì una ricca documentazione al riguardo.
E' indiscutibile che il Nobel assegnato ad Einstein gli spetti di diritto, ma, se i fatti citati nella biografia corrispondono a verità, la Maric avrebbe partecipato alla stesura della teoria della relatività ristretta non soltanto per quanto concerne lo sviluppo degli aspetti matematici ma anche per i contenuti fisici. Mileva era infatti un fisico eccellente e sempre secondo la biografia i figli hanno raccontato che i genitori avrebbero lavorato gomito a gomito per tutti gli anni del loro sodalizio umano e professionale.
Cara Maria la notte è passata bene.
Ti auguro una buona giornata al sole di luglio.
Abbracci.
annarita
Lo so, lo so, Annarita! Evidentemente quello che ho scritto non era rivolto né a te né ad Aldo, che di certo conoscete benissimo queste cose...,ma eventualmente a qualche nuovo, magari giovanissimo lettore, che potrebbe anche non esserne a conoscenza. Che "i figli hanno raccontato che i genitori avrebbero lavorato gomito a gomito per tutti gli anni del loro sodalizio umano e professionale" lo sapevo....e quale migliore testimonianza di quella dei figli!..Annarita carissima, la querelle notturna ( da notare ed..io...tra..di voi..) voleva essere solo una battuta,....affettuosamente ironica! Ha ragione Gaetano: "non è facile capire Maria Intagliata"!.
RispondiEliminaSo quello che valete tu ed Aldo e sai pure quanto io vi stimo.
Buon..sole anche a te!
Un abbraccio
maria I
Cara Maria, a me non sembra difficile comprenderti. Mi sei stata subito cara proprio perché mi sembra di averti compreso!
RispondiEliminaLa battuta ironicamente affettuosa...si hia ragione. Ma il caldo e i limiti della comunicazione elettronica, in cui sono assenti i tratti soprasegmentali del volto non aiutano a cogliere le sfumature.
Un abbraccio e un bacione
ps: grazie della stupenda foto e dell'augurio. Qui il mare non è molto diverso da quello dell'immagine.
RispondiEliminaVisto che è stato sollevato il tema del contributo di Mileva Maric alle teorie di Einstein, vorrei dire qualcosa anch'io. Noi non sappiamo l'entità del contributo della Maric al lavoro di Einstein ma, da alcune note biografiche, e cioè che Einstein si faceva sempre aiutare con le equazioni, anche dopo che lasciò la Maric, che inizialmente, come notato, il lavoro venisse firmato con il cognome di entrambi, che egli fosse più portato per un genere di intelligenza intuitiva, possiamo ipotizzare che il suo intervento riguardasse più il mettere ordine, trovare il giusto assetto matematico alla teoria, far combaciare le parti. Non era certamente un ruolo marginale, anche se possiamo dedurne una qual sorta di dipendenza dalla creazione di un contenuto "da sistemare": nella elaborazione di una teoria vi è probabilmente una parte ideativa e una contabile, entrambe importanti ma, chiaramente, alla prima secondo me va concessa una maggiore preminenza.
Ma non sarebbe nemmeno questo il discorso perchè, senza ombra di dubbio, un lavoro a quattro mani va attribuito alle persone che l'hanno composto. In questo Einstein delude. Egli deluderà anche nel suo ruolo di padre. Mentre da una parte l'Einstein americano darà dimostrazione spesse volte di interessi e attività umanitari e in favore della libertà dei popoli, nei rapporti intimi egli manca in misura rilevante di empatia e comprensione.
E non è solo l'esempio della mancata attribuzione.
Questa osservazione non incrina il valore dello scienziato, sia chiaro, ma quello dell'uomo in qualche misura si. Dopo di che un'altra cosa che mi sento di dire è che spesso noi diamo giudizi che sembrano condanne definitive. Non vi appaia così. Se sono critico nei confronti di alcuni degli atteggiamenti lo sono soprattutto perchè vorrei che l'autorevolezza di chi li compì non costituisse una sorta di avallo. Dal punto di vista psicologico sono però in grado di capire che nessuno di noi è perfetto, che certi nostri tratti comportamentali non sono facilmente addomesticabili, che nella nostra storia genetica e culturale risiedono spesso quelle notizie che servono a smussare certe condanne, anche se il comportamento in sè può e deve essere stigmatizzato.
E' utile e necessario conoscere queste cose?
Si.
Certe verità non sono mai nocive.
Una cosa, in ultimo. Resta assai difficile osservare, girando per latitudini e longitudini e per ere, un desiderio di giustizia che impedisca anche di compiere ingiustizie. Ognuno di noi, a suo modo, è nobile e meschino. La meschinità è un tratto greve e sgraziato, ma umano. Dipende in massima parte da ciò che la gente si aspetta e ti obbliga a fare. Dunque, se siamo meschini, lo siamo anche per colpa degli altri. Non c'è niente di più difficile che gridare il proprio pensiero tra tanti che si aspettano tutt'altra cosa. Se però questa meschinità proviene dall'interno è molto difficile curarla senza qualcuno che te la evidenzi.
Paopasc
RispondiEliminaPa, il reale apporto della Maric è ancora controverso e non è detto che il suo ruolo sia stato soltanto per così dire contabile. Mileva era un fisico eccellente e non è escluso che abbia contribuito anche con un apporto creativo. A parte questa considerazione, se il merito di Einstein è indiscutibile, è altrettanto evidente che quello della Maric è stato messo in ombra.
Le tue considerazioni di carattere psicologico sono azzeccate e le condivido pienamente. Mancavano alla discussione.
RispondiEliminaCaro Aldo, per me è stato un onore ed un piacere quindi non devi ringraziarmi.
Alla prossima!