giovedì 14 febbraio 2008

Intelligenza Matematica

In questo post il nostro amico Gaetano Barbella ci fornisce delle utili e significative informazioni sul libro "Intelligenza Matematica" da cui è stato tratto il brano del post sulle "Tabelline e Didattica", che ha suscitato il vostro interesse sincero e che è stato molto apprezzato da grandi e piccini.

Grazie, come sempre, Gaetano!

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Intelligenza matematica
UN LIBRO DA LEGGERE «UN'OPERA RICCA, IMPORTANTE E PIENA DI FASCINO»

INTELL_MAT1Numeri per contare cose visibili e invisibili, numeri per indicare frazioni di un intero, numeri per ordinare le cose in sequenza (come quelli delle date), numeri che sono semplici segni (come i numeri del telefono)... Ne usiamo migliaia ogni giorno, e la nostra vita sarebbe inconcepibile senza di essi.
Come diceva Adam Smith, i numeri sono «fra le idee più astratte che la mente umana è in grado di formulare». Eppure, la capacità di contare è
universale: la possiedono anche i popoli il cui vocabolario matematico si riduce a «uno», «due» e «molti». Da dove viene allora questa capacità? È qualcosa che si apprende o è innata come il linguaggio e la facoltà di vedere i colori? E come esistono individui daltonici, ci sono persone incapaci di «vedere i numeri» cioè di percepire le differenze di quantità? II saggio brillante e innovativo del neuroscienziato inglese Brian Butterworth illustra le caratteristiche e le potenzialità dell'intelligenza matematica, il bagaglio genetico innato che fa sì che anche bambini di poche settimane sappiano «contare» e i metodi per insegnare con efficacia la matematica, liberando le facoltà naturali della nostra mente. Butterworth conduce il lettore in un viaggio appassionante attraverso la storia, l'antropologia, le neuroscienze,
l'aritmetica e la teoria dei numeri, dalle caverne preistoriche alle foreste della
Nuova Guinea, tra geni naturali, idiots savants, laureati in materie scientifiche costretti a contare sulle dita per fare un'addizione e persone che dopo un ictus non possono più concepire nessun numero superiore a quattro. Intelligenza matematica non è solo una rassegna delle più recenti scoperte delle neuroscienze relative al funzionamento del cervello umano, un prontuario di storia della matematica, un manuale pratico per scoprire e applicare i fondamenti del calcolo: è, prima di tutto, una ricchissima e sorprendente raccolta di storie e figure memorabili, un tributo entusiasta all'affascinante mondo dei numeri.


IL DIVERTIMENTO IN MATEMATICA

Si è visto quanto riserba, di illuminante, l'innocente tabellina aritmetica sul tema della didattica. Chi poteva immaginare che dal suo “buon uso” dipende addirittura lo sviluppo, in un bambino, delle potenzialità intellettive matematiche? Da noi si comincia a far dire ai bambini 1 per 1, 1; 1 per 2, 2; e così via. Ma si scopre che in questo modo è tempo sprecato. In Cina non si comincia da qui ma si passa alle moltiplicazioni con il 2. E questo è niente perché vi sono ben altre semplificazioni come si è visto!

Insomma – è dura da accettare – fatto sta che i cinesi sono più avanti dell'Occidente in tema di intelligenza matematica.

Il professor Brian Butterworth*, l'autore del libro che ho posto in bella vista all'inizio di questo scritto, dal quale ho tratto il brano sulle tabelline, messo in mostra dall'amica Annarita su questo blog, presenta con vividezza i suoi temi fra cui anche questo sulle tabelline.

Egli in generale dice delle cose che colpiscono e che non si immaginavano. Per esempio sapevate che «la maggior parte di chi ritiene di non avere abilità matematica è vittima di cattivi maestri»? E «Solo il 5 per cento delle persone è affetta dadiscalculia”, ovvero incapacità genetica di avere a che fare con i numeri».

Allo scienziato Butterworth preme però una cosa, il divertimento in matematica e per questo si avvale di una frase di Martin Gardner, il decano dei divulgatori di matematica, che ne teneva in gran conto, e la rivolge ai docenti. È questa: «Un insegnante di matematica, indipendentemente da quanto ami la sua materia e da quanto vigore metta nel suo desiderio di comunicarla, deve sempre affrontare una difficoltà soverchiante: come tenere svegli gli studenti. Mi è sempre sembrato che il modo migliore per rendere interessante la matematica agli studenti e ai profani sia quello di accostarvisi con uno spirito giocoso. Sta di fatto che il miglior modo di tener sveglio uno studente è presentargli giochi matematici interessanti, enigmi, trucchi, battute, paradossi, modelli, limerick o una qualsiasi delle centinaia di cose che gli insegnanti ottusi tendono a evitare perché paiono loro frivole».

Interessante, anzi affascinante, e se no com'è possibile far sviluppare nel miglior modo la creatura in noi, la piccola matematica, quando si nasce! Infatti da buon maestro, il professor Butterworth, taglia corto, affermando decisamente che «nasciamo già col senso dei numeri».

A questo punto, alletta sapere di più, e in profondità, di questo emerito scienziato. Sul suo libro, attraverso la recensione iniziale accanto alla relativa copertina, si ha già l'idea di che si tratta. E già questo ci dice tanto di meraviglioso su di lui, ma dispongo di qualcosa di meglio che ora mi appresto a riportare di seguito, poi se vi va potrete leggere tutto dal libro stesso.

È un articolo del Giornale di Brescia del 10 settembre 2002, la firma e di Emiliano Ippolito. Si tratta di una sua intervista al professor Brian Butterworth in occasione di due convegni tenuti a Roma sulla matematica cognitiva.

IL GENE DELLA MATEMATICA

Com'è possibile che un ominide dotato di un cervello lento e pletorico, che viveva nelle caverne, si sia evoluto fino a manipolare contenuti intellettuali complessi come la teoria dei gruppi e la topologia? Esistono aree del cervello che presiedono alle operazioni matematiche? Nel Dna si annidano geni deputati alla costruzione di queste aree? E infine, i numeri intervengono in ogni nostra esperienza mentale, compresi i sogni e le attività apparentemente irrazionali?

A questa e ad altre cruciali domande, cercheranno di dare una risposta i maggiori esperti internazionali di neurobiologia, filosofia della mente e processi cognitivi che parteciperanno al convegno «The cognitive foundation of mathematics» (La fondazione cognitiva della matematica) organizzato a Roma oggi e domani dall'Università La Sapienza e dall'Ecole Nationale Supérieure di Parigi.

Al convegno, insieme ad altri scienziati di fama internazionale come il linguista americano George Lakon, il matematico Keith Devlin – autore per Longanesi del recente saggio «Il gene della matematica» – e il filosofo della matematica Marcus Giaquinto, sarà presente l'inglese Brian Butterworth, tra i più brillanti esponenti delle neuroscienze cognitive, autore del libro «L'intelligenza matematica» (Rizzoli, 1999).

Prof. Butterworth, molte persone sono convinte di non «essere portate» per la matematica...

«La maggior parte delle persone che avvertono una mancanza di abilità matematica, in realtà, hanno semplicemente ricevuto un insegnamenio sbagliato. Per timore di apparire stupidi, i ragazzi finiscono per evitare la matematica, perdendo così preziose occasioni per imparare. In realtà, cifre alla mano, possiamo affermare che solo il 5 per cento della popolazione mondiale soffre di una "discalculia" ereditaria, ovvero di un'incapacità genetica di avere a che fare con numeri e operazioni aritmetiche. E questo avviene quando i module numbers, i moduli numerici, non riescono a raggiungere il loro normale sviluppo».

Cosa sono i «moduli numerici»?

«Sono le capacità matematiche di base che tutti noi possediamo sin dalla nascita, e sono collocate nel lobo parietale sinistro del cervello. Si tratta di una sorta di "kit di partenza" dal quale dipende tutto il successivo sviluppo delle nostre capacità matematiche: in esso è inclusa la capacità innata di riconoscere che un insieme di oggetti possiede una quantità esprimibile sotto forma di numero quella che io chiamo una "numerosità" ordinata per grandezza: la "numerosità" quattro include la "numerosità" tre, la due la uno, e così via. Noi nasciamo con una facoltà che ci permette di identificare e comparare fra loro più "numerosità". Oggi abbiamo le prove che i bambini possiedono questa facoltà fin dai primi mesi di vita. Tuttavia sospettiamo che alcune persone nascano effettivamente con moduli numerici difettosi, e per questo siano incapaci di usarla. Questi individui sono affetti, come ho detto prima, da "discalculia". Con altri scienziati stiamo cercando di identificare il gene deputato alla costruzione della parte del cervello che presiede a questa capacità».

Se noi tutti possediamo una «mente matematica» innata, perché le persone hanno differenti capacità matematiche?

«Lasciando da parte la "discalculia", le principali ragioni sono la qualità dell'insegnamento ricevuta e la cultura in cui ci si è formati. Un ruolo non indifferente è rivestito anche dalla lingua. Alcune lingue rendono più semplice capire il sistema numerico in base dieci: per dire undici, infatti, dicono dieci uno, e così via. Avviene così, ad esempio, nel cinese e nel Giapponese, e non a caso i bambini che parlano queste lingue risultano regolarmente i migliori nelle competizioni internazionali matematiche».

Professore, come definirebbe il concetto di numero?

«Esistono diversi tipi di numeri. Innanzitutto ci sono le "numerosità", che ripondono alla domanda "quanti?". Ci sono poi i numeri ordinali, che ci aiutano a ordinare le cose in una successione comprensibile, e ancora i numeri di misurazione, come 3.467 chili, e infine i numeri usati come "etichette" per indicare i canali della televisione, il bancomat, il telefono e quant'altro. Tutti questi tipi di numeri hanno differenti proprietà. Per esempio, non ha senso dire che il mio numero telefonico è più grande del tuo, mentre ha senso dire che io ho più figli di te».

Qual è la relazione tra il nostro hardware matematico di base e la matematica astratta?

«Non solo esiste un hardware deputato all 'esercizio delle facoltà matematiche, ma recenti studi sembrano dimostrare che a diversi gradi di astrazione della matematica corrispondano diverse aree del nostro cervello. La matematica diviene tanto più astratta quanto più si sviluppano i modi di rappresentare le relazioni tra numeri, le relazioni tra relazioni tra numeri, e così via. Col mio gruppo di ricerca ho studiato che individui, non affatto bravi in aritmetica, si rivelano invece straordinariamente portati per l'algebra, che è una branca molto più astratta della matematica. Ricordo ad esempio il caso di un paziente che, a causa di alcune lesioni cerebrali, aveva perso la capacità di operare sui numeri, e tuttavia era in grado di risolvere brillantemente complesse equazioni algebriche».

Gaetano Barbella

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*Brian Butterworth è professore di neuropsicologia cognitiva all'University College di Londra. Ha lavorato a Cambridge, Melbourne, Padova, Trieste, al Massachusetts Institute of Technology e al Max Planck Institut di Nijmegen. Ha fondato e dirige la rivista accademica «Mathematical Cognition». È autore di numerosi saggi scientifici.

13 commenti:

  1. Mi sembra un libro decisamente interessante. Grazie per la segnalazione!

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  2. Ciao,

    sai a cosa mi hai fatto ripensare? leggendo questo:


    "la "numerosità" quattro include la "numerosità" tre, la due la uno, e così via. "


    alla teoria assiomatica degli insiemi e ad una costruzione possibile, che si fa in questa dei numeri naturali, utilizzando solo il concetto di insieme vuoto e di inclusione, costruzione che mi sembra interpretare formalmente in modo corretto proprio quanto questo studioso dice (posto che io me la ricordi correttamente...)

    Ciao!

    Mister_NixOS

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  3. Ciao Michelangelo, che piacere incontrarci qui a casa di Annarita.

    Sì te lo raccomando questo libro. È una fonte di acute riflessioni su cose poco "frequentate" dai blogger. L'esposizione è così semplice - quasi elementare - da non limitarne la lettura ai solo addetti ai lavori.

    "Il sale e le saline", il post del tuo blog, mi porta alla raccomandazione evangelica di Gesù sul sale in relazione al possibile "ricavato" o "frutto", per esempio della lettura di un buon libro, come nel caso nostro.

    «Buona cosa è dunque il sale; ma se anche il sale perde il sapore, con che cosa si condirà? Non è buono né per la terra, né per il concime; lo si getta fuori.» (Luca 8,34-35). Abbiamo una grande responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, a cominciare dai bambini (non mi va di toccare il tasto dei nascituri, oggi forse più oggetto di strumentazioni di tempi elettorali, che di effettiva preoccupazione della loro sorte) e sono loro che debbono essere "salati". E se non da noi, altrimenti da chi?

    Gaetano

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  4. Incredibile constatare che in parte avevo ragione in merito all'apprendimento dei concetti matematici attraverso un metodo giusto partendo da una semplice esperienza personale. Il libro citato è interessante ed accattivante e lo acquisterò. Grazie, cara Annarita, è sempre un piacere passare da queste parti.

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  5. Per la prof. Annarita: Allora credo che noi, a ricevere la pagella, siamo stati tra i primi, perchè l'ho chiesto ad alcune mie amiche (non del mio istituto) e le consegnavano attorno al vostro periodo.

    Per Je: In mate ho preso ho preso distinto e in scienze distinto. A te le danno domani!!!!!! WOW!!! ^^ Poi dimmi com'è andata!!!!! ;D

    BUONANOTTE!!!!!!!!!! Susy

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  6. @Michelangelo: i ringraizamneti vanno a Gaetano, che offre sempre input interessanti.


    @Vittorio: sono d'accordo con te e comunque Gaetano ha precisato con dovizia di particolari:)


    @Enzo: le tue riflessioni e ipotesi sull'apprendimento della Matematica sono in sintonia con il contenuto del libro. Grazie per i tuoi contributi sempre interessanti:). E' un piacere leggerti:)


    @Susy: brava piccola e complimentissimi. Riferirò a Jessica. un abbraccione:)

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  7. Ciao Gaetano,

    grazie tantissime. Penso proprio che acquisterò il libro.

    Mister_NixOS

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  8. ah va' bene!! Oggi sei tornata a casa dal lavoro tardi?? Perchè di solito gli insegnanti quando ci sono le pagelle tornano verso le 7.30.... TU??!!?

    Susy

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  9. Eh, Susy! Sono tornata proprio intorno alla 19.30. Hai indovinato;).


    Un bacione.

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  10. Gaetano,

    condivido le tue sagge parole.

    Grazie per la segnalazione del libro

    Un saluto

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  11. ciao, grazie per l'articolo, è molto interessante e pensiamo di comprare il libro da lei proposto. Ayoub S. Andrea C.

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  12. Bravi, davvero bravi e anche coraggiosi, Ayoub S. Andrea C., perché è un libro che impegna. Ma è anche ricco di nozioni che è bene sapere. Non rimarrete delusi.

    Buona lettura,

    Gaetano

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  13. siete stati bravissimi . tanti BACI cecilia

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