Matematicamente

lunedì 17 agosto 2009

C'era Una Volta Un Paradosso [Di Piergiorgio Odifreddi]

Cari ragazzi e cari lettori, vi segnalo una vera chicca che ho reperito in rete. Si tratta di "C'era una volta un paradosso - Storie di illusioni e verità rovesciate" di Piergiorgio Odifreddi, un documento in formato .pdf di 193 pagine in cui il noto matematico svolge una intrigante ed efficace carrellata dei paradossi più interessanti.


Riporto di seguito un passo del documento:


"Insomma, la storia dei paradossi è letteralmente uno sterminato spettacolo di varietà, con scene che vanno dalla tragedia all’operetta. Come avevamo già annunciato, noi potremo mostrare solo dei trailer, che speriamo almeno stimolanti.
Poiché anche l’occhio vuole la sua parte, inizieremo il nostro trattamento dalle illusioni dei sensi, che costituiscono un analogo percettivo dei paradossi della ragione. E scopriremo che ci lasciamo continuamente e sistematicamente ingannare, probabilmente con buone ragioni evolutive, dalla natura e dagli artisti. Benché le percezioni siano protagoniste di un intero capitolo della Storia universale della menzogna, noi dedicheremo loro soltanto uno sguardo fugace, perché i nostri
interessi stanno altrove: nei labirinti dello spirito, più che della carne.


Dalle immacolate percezioni dei sensi passeremo dunque alle immacolate concezioni del pensiero religioso e filosofico. Senza dimenticarne, naturalmente, le manifestazioni orientali. All’ occidentale provinciale che storcesse il naso di fronte all’Oriente, e domandasse perché mai dovremmo (pre)occuparcene, non possiamo che ripetere quanto rispose George Mallory al giornalista che gli domandava perché
mai volesse scalare l’Everest: «Perché c’è». Ovviamente, cercheremo di non fare la
sua stessa fine, rimanendo stecchiti e congelati sulle vette del pensiero.


Nell’attesa delle fiamme dell’inferno, che speriamo questo libro contribuirà a farci
meritare, usufruiremo dei surriscaldamenti degli integralisti, provocati dai nostri
«diletti» di lesa divinità. E gireremo loro le parole che Rousseau sembra aver scritto
apposta per noi nell’Emile: «Lettori volgari, perdonate i miei paradossi. Bisogna
farne, quando si riflette. E io preferisco essere un uomo di paradossi, che un uomo di
pregiudizi».


La discussione sui sensi, la religione e la filosofia costituisce un’ideale prima parte del libro. A questo punto, come disse De Gaulle ai sessantottini francesi, «la ricreazione è finita». Il ritorno in classe sarà inaugurato da un’analisi diacronica dei due paradossi più famosi della storia, che seguiremo in innumerevoli vicissitudini umanistiche e scientifiche.
Il primo studio riguarda la più insidiosa delle nozioni logiche: la verità, la quale si
illude di essere assoluta, pur essendo soltanto (un anagramma di) relativa. Di verità,
comunque, sicuramente ce ne sono: perché se non ce ne fosse nessuna, questa sarebbe già una. Varrà dunque la pena di rendere testimonianza alla Verità, affrontando a viso aperto la Menzogna."


Continuate la lettura, scaricando il documento che potete consultare di seguito.


c'era una volta un paradosso











10 commenti:

  1. Ciao :-) Proprio un bel suggerimento, grazie :-)


    Dario

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  2. rosy: annarita, da piccola anche io premendomi sugli occhi decapitavo a azzoppavo chi mi stava di fronte...sono rimasta sorpresa nel leggerlo... mi succede anche che quando stringo forte gli occhi piano, piano mi si formano delle immagini che vedo ad occhi chiusi che avanzano e poi si restringono e scopaiono...e da anni che faccio questo gioco...il bello è che vedo volti mai visti in vita mia...o forse volti che non ricordo.

    Mi son salvato tutto, lo leggo piano piano..interessante, molto ma allora..mi chiedo..qual'è questa famosa realtà...? Anche quella che noi crediamo che sia realtà non lo è...che paradosso che è la vita.


    grazie e bacioni

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  3. Tra un percorso nell'hammam e un massaggio shatsu trovo il tempo di leggere i tuoi post! Comprai il libro di PGO appena uscito e lo trovai, come al solito, assai interessante, ma, sull'argomento paradossi, secondo me rimane insuperato il libro di Nicholas Falletta, ancora più chiaro e di taglio maggiormente divulgativo: http://tecalibri.altervista.org/F/FALLETTA-N_paradossi.htm

    Ciao.

    Pop

    RispondiElimina
  4. Dario, benvenuto su questo blog! Sono contenta che la segnalazione sia stata di tuo gradimento.


    A presto!

    annarita:)

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  5. Già, rosy. La vita è il paradosso più grande...


    Su cosa sia la realtà ci sarebbe molto da scrivere, mia cara:)


    baci

    annarita

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  6. Conosco il libro di Falletta, Pop, e sono d'accordo con te! Ha un solo difetto: quello di non essere fruibile in rete come il testo di PGO. E in genere cerco di segnalare risorse free.


    Buoni massaggi e buone terme;)

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  7. Sui paradossi mi viene un po' di scherzare, visto che con la carrellata di paradossi fatta da Piergiorgio Odifreddi, si brancola nel buio.


    Qui a Brescia si è verificato un caso di "paradosso" che è stato risolto senza ricorrere a valenti accademici. State a sentire.

    Si tratta della costruenda metropolitana a Brescia in via di completamento.

    Riporto la parte saliente del trafiletto diffuso da quiBrescia.it, l'11 agosto appena trascorso:


    «Metrobus - A Sant'Eufemia il primo treno

    (red.) E' arrivato a Brescia martedì verso le 13,30, su un camion speciale formato da un rimorchio ribassato e da una potente trattrice, lungo quasi 60 metri e trainato per oltre 700 chilometri scortato dalla polizia, il primo dei 18 treni della nuova metropolitana leggera automatica cittadina. Ha percorso il tragitto in circa 20 giorni.

    Il trasporto eccezionale, molto pesante, ha avuto qualche problema ad affrontare alcuni dossi proprio nella parte finale del percorso, per cui ha dovuto rimandare a mercoledì l'ingresso nel deposito di Brescia Mobilità di via Chiappa, dopo lo spianamento di un "ostacolo" di cemento.(...).

    Per il momento il veicolo resterà parcheggiato (...)».


    Avete capito che è bastato rimuovere il "dosso" e così del paradosso è rimasto solo il "para" che anagrammandolo diventa una "rapa".

    Questo per ammettere che con i paradossi si rischia di perdere la testa.


    Non sono io a sostenerlo ma gli stessi interpreti posti sul palcoscenico del libro di Piergiorgio Odifreddi a commento.

    Prendiamone uno a caso, Grandi preso per la "serie alternata" 1-1+1-1..., ( la teologia di Grandi) i cui risvolti accademici passarono di mano in mano fino a giungere ad Heinrik Abel. Iniziarono con Grandi nel 1703 e con questo illustre Abel, nel 1828, vi si pose finalmente fine. La morale di questi fu che le "serie divergenti" erano in realtà un'invenzione del diavolo e come tali andavano quindi trattate (parole di Odifreddi!).


    Bene ho fatto dunque a mettere sullo stesso piano suddetto, il Metrobus di Brescia prossimo a funzionare, ma un paradosso doveva essere rimosso..., giusto per legarlo alla "serie alternata", non solo di Grandi ma anche ad altre, per esempio del mondo del web...


    Ma trionfa sempre il paradosso per eccellenza che tutti sanno a cominciare dai bambini. "Chi è nato prima, l'uovo o la gallina"? Come andare a pescare nel libro di Odifreddi in questione, il sagace Tommaso d'Acquino che pone in discussione il "primo motore", ma tutto ciò che si muove è mosso da qualcosa. Nondimeno occorre pure che vi sia qualcosa che stia fermo da cui tutto si relativizza, una certa "causa prima", e così via con altre interessanti implicazioni...


    Insomma, tutto sommato è un valido esercizio per la mente... o per de-menti?


    Gaetano

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  8. E fai bene a scherzare, caro Gaetano, su tale materia:)


    "Insomma, tutto sommato è un valido esercizio per la mente... o per de-menti?"


    Un interrogativo appropriato al quale ognuno può fornire la risposta che più gli aggrada;)


    Grazie del commento arguto come sempre.


    Salutoni

    annarita



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  9. Il post di Gaetano e la tua risposta mi stimolano una riflessione: avete notato come i blog dei "matematici" siano da un po' di tempo più filosofici rispetto a quelli dei "letterati"? Che sta succedendo? E' la maggiore confidenza con concetti come quello di infinito, pluridimensionalità, spazio-tempo?

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  10. Potrebbe essere, Pop, potrebbe essere...

    RispondiElimina

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