pubblico un originale saggio del nostro carissimo amico di vecchia data, Gaetano Barbella, che da un pezzo ci faceva mancare i suoi contributi!
Il titolo è esplicativo, per cui vi propongo di seguito l'introduzione e vi invito a continuare la lettura, scaricando il documento da questo link o direttamente online, in modalità fullscreen, dal widget di Issuu, che troverete alla fine del brano.
Le sette lune
Chiedo ad un bambino accanto a me: cosa ne pensi di questa scultura in cui ti stai specchiando divertito? Che mi piace, fa lui. Ma cosa ci vedi di particolare – mettiamo –, di curioso? Lui ci pensa un po' e poi mi dice con una certa luce negli occhi: mi ricorda una canzone, “L'ultima luna” di Lucio Dalla, non la sai? Quella che comincia così, te la canticchio, perché mi piace:
La settima luna /era quella /di un luna park /lo scimmione /s'aggirava tra /la giostra e il bar /mentre l'angelo di /Dio /bestemmiava /facendo sforzi /di petto /grandi muscoli /e poca carne /povero angelo /benedetto /...
E poi, compiaciuto conclude la canzone:
l'ultima luna /la vide solo /un bimbo appena nato /aveva occhi tondi /e neri e fondi /e non piangeva /con grandi ali /prese la luna /tra le mani /tra le mani /e volo' via /e volo' via /era l'uomo /di domani /e volo' via /e volo' via /era l'uomo /di domani.
Io non mi aspettavo una così pittoresca versione sul conto della scultura che a quel punto mi parve, grossa com'era guardandola di fronte, veramente simile ad uno scimmione. E non capivo nemmeno il nesso secondo cui il bambino aveva tirato in ballo la canzone di Lucio Dalla. Una cosa però mi sembrava coerente, “la prima luna” del bambino appena nato, lui “l'uomo di domani” della canzone.
A questo punto non potevo fare a meno di chiedere al bambino, che quasi annoiato se ne stava andando via, come faceva a vedere nella scultura le sette lune. Ma come non sei stato capace di vederle? Mi risponde con grande delusione. No, non te lo dico, sforzati e le vedrai. E volò via.
RispondiEliminaBello denso l'amico Gaetano. Cominciato, e da finire più tardi.
Certo che se do retta, quasi ogni pagina richiede un'altrettanta lunghezza di commenti.
Bravo, dimostri una cultura enciclopedica e poi voglio vedere dove va a parare questa tua ipotesi originale.
Arte e scienza, sorelle, ma chi vorrebbe mai che fossero gemelle?
a dopo
Paopasc
RispondiEliminaCaro Gaetano, Annarita dice bene: i tuoi contributi mancavano da un pezzo!
Ne ho letto una metà perché è impegnativo da leggere in una soluzione, dopo una giornata passata ad interrogare gli alunni sotto esame;)
Lo finirò con calma. Ti faccio comunque i mei complimenti per la tua solita bravura.
Un caro saluto.
Ruben.
Cara Annarita e caro Gaetano
RispondiEliminaho scaricato il pdf che va letto con molta calma
piano piano, almeno per me.
Complimenti e un caro saluto
all'amico Gaetano
E un abbraccione a te cara Annarita
RispondiEliminaCaro Gaetano, bentornato. Ho letto il tuo saggio, approfittando di una notte insonne, ma non so se ho compreso bene il signifcato del tuo studio. Pertanto ti pongo una domanda con il rischio di fare una magra figura.
Hai tu inteso dimostrare la "quadratura" del cerchio ricorrendo al righello e al compasso? Cosa non riuscita a mia memoria a nessuno? Oppure non ho compreso proprio nulla del tuo scritto?
Potresti chiarire questi miei dubbi?
Grazie dell'attenzione.
Un abbraccio
Artemisia.
Caro Gaetano, pur non conoscendoti, mi è bastato leggere questo "capolavoro" per rendermi conto della persona straordinaria che deve essere il suo autore. Si evince tutto: una cultura che si erge, superba, sul piedistallo di un' umiltà profonda; un amore palese per i numeri e per la geometria, bella Sirena incantatrice, e l' atteggiamento galileano di chi legge il grande libro della Natura, scritto a caratteri matematici.
RispondiEliminaIl mio grande concittadino, Archimede, che di pi greco e di quadratura del cerchio si intendeva molto, avrebbe apprezzato questo lavoro, che merita grande attenzione, considerazione e rispetto.
Mi piace quest' idea della "Scienza matematica che si scopre alla mente attraverso l' arte in soccorso della Natura, di cui la sregolata tecnologia, fatta di numeri insuperbiti, fa scempio". E' un bel modo di discernere la scienza dalla tecnologia! La lettura di questo bellissimo lavoro ha restituito alla mia fantasiosa immaginazione la mitica scena del dio Pi greco, che ci sta tutto, e della dea Geometria, Signori dell' Olimpo, attorniati da tutte le altre discipline, dee adoranti e da un'umile servitrice( io), che omaggia il suo Dio con un sentito "Pi greco in versi".
Complimenti, Gaetano, e grazie di cuore per questo magnifico regalo.
maria I.
E quest' omaggio, invece, è per te, Gaetano. Te li meriti tutti e calzano a pennello questi "paradisiaci" versi della Divina Commedia, anch'essa oggetto dei tuoi interessanti studi:
RispondiEliminaQual è 'i geometra che tutto s' affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond' elli indige,
tal era io a quella vista nova;
veder volea come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s' indova...
Un caro saluto
maria I
@ Paopacs
RispondiEliminaSei il primo a lodarmi per una cultura che, sul piano del web, non è difficile esibire. Non lo è a viva voce, come dire "senza rete". Ma occorre comunque conoscere il giusto posto del casellario della biblioteca internet, cui concorre quella tradizionale di libri letti ma poi dimenticati, specie quelli voluminosi.
Questo scritto?
Come tutti i lavori piccoli e grandi, una volta concepito il nucleo di partenza, che nel caso in questione è aver immaginato di pervenire al pi greco per via della scienza ottica (é in questa sede che si è accesa la "lampadina"), farlo è stato come un pianeta che si popola. Gli ultimi sono sempre da stimarsi i primi.
Sorvolando sull'enuclezione di Pi greco, due sono gli argomenti che ritengo strettamente personali: primo, l'esecuzione con righello e compasso della radice quadrata di pi greco, la cui idea, che non era a numero, è sorta come d'un lampo per riempire un vuoto; secondo il cappello con il breve dialogo sulle sette lune.
«... e poi voglio vedere dove va a parare questa tua ipotesi originale.»:
Hai detto bene come vanno le cose fra arte e scienza. Ma se la scienza si mostra umile (ma non gliene frega tanto dell'arte), l'arte no ed è troppo orgogliosa per sentirsi vincolata alla prima.
L'artista ha bisogno di considerarsi creatore, come una donna che mal si dispone ad adottare un figlio altrui, peggio ancora se di ignoti genitori e di colore per giunta. Perciò se Anish Kapoor non si è mai sognato di fare la scultura all'insegna di pi greco, non potrà che ignorare questa concezione dovuta ad una causalità a lui estranea.
Tant'è che, sia il gallerista di questa scultura ed altre qui a Brescia, che lo scultore Anish Kapoor, ai quali ho trasmesso il mio lavoro attraverso internet, si sono mostrati assenti alla mia scoperta.
Quale è la mia sensazione (rifuggo dire opinione) sull'Arte? Meglio sugli artisti esaminando Anish Kapoor?
Anish Kapoor, come tanti altri simili a lui hanno messo in croce la Natura esigendo nuove ispirazioni per le loro industrie dell'arte e non più tradizionali laboratori. Il lucro è la loro ragione sociale e così tutti quelli che vi ruotano intorno a cominciare dai galleristi. Non escludo l'amore (ma profano) per le Belle Arti.
Qui a Brescia stanno organizzando una colletta per comprare la scultura in questione. Si tratta una misera cifra rispetto a tanti altre monumentali sculture disposte in moltre metropoli del mondo. Ma è pur sempre enorme poiché è ben più oltre (non si sa ancora) 800mila euro, parte della quale va al gallerista...
E la Natura?
La Natura è come quel sarto al servizio di quel re che un paio di scrittori hanno reso famoso. È la storiella del "Re nudo". E perciò arriva il giorno che un certo "bambino" mette a nudo la verità svergognando lo stolto re.
La Natura preparerà, se non lo ha già fatto, il suo cavallo di Troia per l'arte moderna priva di ogni pudore. Di qui la possibile soluzione che si è arrivati ad un certo "osso" - finita la carne - giusto il "casuale" pi greco irato che scende dal suo "cielo" in soccorso della Natura che ha sempre dialogato con gli artisti.
É la mia fantasia che corre sfrenata? Che importa? Finirà come quel Laocoonte?
Ora metto il freno.
Caro amico, grazie per i tuoi apprezzamenti, ma anche tu meriti le lodi per i tuoi scritti che non manco di leggere con interesse, anche se non intervengo commentanto. Ma vedrai che lo farò.
Gaetano
@ Ruben
RispondiEliminaNon manchi alle mie entrate sceniche qui da Annarita ed era da tempo che non comparivo.
Non hai eviscerato ancora il mio lavoro, ma ti gioverà leggere ciò che ho anzidetto a Paopacs.
Grazie, Ruben
Gaetano
RispondiElimina@ anonimo
Suppongo che tu sia Rosaria che non manca mai di far capolino qui da Annarita, o no?
Ti sono grata per la tua presenza e siccome ti proponi di eviscerare il mio lavoro, vale ciò che ho scritto per Paopacs e Ruben.
Cari abbracci,
Gaetano
@ Artemisia
RispondiEliminaCara Artemisia, grazie anche a te.
Per completare il quadro sul mio scritto vale tutto ciò che ho scritto in precedenza a questo intervento.
La quadratura del cerchio?
Ne parlo nel commento a Paopacs.
Eseguirlo è stato semplicente un fatto che non mirava a ciò che tu hai pensato. Non è la dimostrazione della quadratura del cerchio con righello e compasso, poiché, come tutti sanno, non è possibile.
Il disegno che ho esibito, che, non appena eseguito, mi ha meravigliato per la semplicità e per il risultato brillante, è un'impresa isolata e singolare per trovare la radice quadrata di pi greco. Non è possibile pervenire matematicamente a questo risultato e tanto meno con righello è compasso, tuttavia per via empirica la cosa è davvero accettabile, per lo meno per me.
Ciao,
Gaetano
@ Maria
RispondiEliminaEh cara Maria, non ti è bastato lodarmi con il primo commento, non hai perso tempo per farne un altro per aggiungere altre lodi, quasi per farmi ascendere in un cielo che neanche immagino come sia.
Cara siracusana, ma lo sai che mi sento scorrerre realmente nelle mie vene sangue siracusano? Devi sapere che la mia nonna paterna, di nome Luisa Sapio, è nata e vissuta fino al suo matrimonio a Grammichele che non dista molto da Siracusa. Suo padre, dunque il mio bisnonno, era il capo delle guardie di Grammichele, una cittadella singolare che si distigue per la sua disposizione esagonale che sembra un calice che si rovescia per versare il suo contenuto.
Chissà sono io un certo coppiere ti antica genia a versare una bevanda insolita e gustosa per alcuni singolari degustatori: come te e ne sono felice.
Per completare la tua visione per il mio lavoro, ti prego di leggere i diversi miei interventi prima di questo.
In quanto a pi greco, beh, credo di aver tentato di "ghermirlo" con l'E-Book "I due leoni cibernetici". Non è un lavoro da accademici di matematica, ma solo di un rudimentale "geometra che tutto s'affige".
Cari saluti affettuosi,
Gaetano
RispondiElimina@ Annarita
Dulcis in fundo, carissima Annarita, non ci sono parole per esserti grata per la tua grande stima e amicizia che continuamente dimostri per me.
Ho preferito scriverti per ultimo perché tu potessi leggere tutti i miei interventi agli amici qui presenti, e così avere il quadro completo dei lati oscuri del mio lavoro a commento.
Non è facile mettere su dei contributi come io intendo per poi poterli esibire qui da te, ma non mancherò di continuare.
Ti abbraccio, augurandoti una serena giornata,
Gaetano
@ Artemisia
RispondiEliminaAggiungo una precisazione sulla quadratura del cerchio e questo vale per tutti.
Il tentativo, per altro casuale, della concezione grafica di pi greco per via della scienza ottica, non è, ovviamente, la soluzione con righello e compasso per raggiungere questo scopo. É solo una prova grafica a posteriori di una predisposizione della geometria della scultura. Dunque l'autore ignoto (poiché Anish Kapoor ignora la cosa) è colui che l'ha predisposta. Ma tutto questo brancola nelle tenebre...
Gaetano
RispondiEliminaCaro Gaetano, ciò che sei riuscito a trarre dalla scultura di Kapoor ricorrendo all'ottica, grazie alle tue eccezionali capacità di disegnatore tecnico e grazie a quel ""geometra che tutto s'affige", ha qualcosa di straordinario.
La capacità di "vedere" nelle pieghe degli "oggetti" siano essi manufatti dell'uomo o naturali non è caratteristica diffusa. Tu la possiedi in abbondanza e grazie ad essa sei in grado di ottenere risultati di tal fatta, che sfuggono ai più e talvolta sono difficili da accettare da parte di chi, mettiamo, si sente forte delle proprie competenze accademiche e guarda con scetticismo, derivante da una forma di pregiudizio, a cose come quelle da te ottenute.
Tu sai benissimo, dopo ormai tre anni di amicizia e stima reciproche, che io non appartengo a quella categoria di scettici perché, per struttura mentale, sono portata ad accogliere tutto ciò che di bello deriva dall'inventiva umana.
I tuoi studi sono tutti originali e rivoluzionari in un certo senso. Meriterebbero di essere considerati come si deve proprio da quegli accademici spesso scettici che seguono a volte canali monodirezionali.
Accogli l'invito di Aldo Bonet e contatta, se già non lo conosci, l'accademico che ti indica.
Gaetano, non devi ringraziarmi perché conosci il motivo per cui do spazio ai tuoi lavori come pure a quelli di Paolo, Aldo, Mauro, Bruno, e adesso anche Maria, o di chiunque altro meriti attenzione.
Un abbraccio
annarita
Merita considerazione il commento di Aldo che fa un'osservazione molto acuta. Spesso e volentieri si raggiunge prima per via empirica quello che poi la matematica traduce in leggi della natura.
RispondiEliminaQuasi a manifestare una preferenza per ciò che è numerabile e ripetibile.
Ma non solo è straordinaria l'affinità del procedimento matematico, sia pure con le approssimazioni che si vogliono, con il metodo utilizzato dalla natura per realizzare le sue meraviglie, ma è degno di ammirazione il fatto che noi, spesso inconsapevolmente, a quelle misure ci avviciniamo, quasi per intimo accostamento e affinità elettiva.
Mi hai chiarito anche un fuggevole dubbio, sulla quadratura impossibile con riga e compasso (questa tua estrazione di pi greco è quindi generalizzabile a ogni sezione di sfera con raggio non nullo?), e sulle notevoli approssimazioni a quella quadratura , di cui la tua estrapolazione del pi greco dalle leggi dell'ottica è un notevolissimo esempio.
Ma, parlando di primum movens, non è forse vero che siamo perfettamente in grado di comprendere cos'è che spinge l'artista a gettarsi a capofitto nella sua opera ma siamo titubanti a riconoscere un'uguale motore alle opere della scienza?
Eppure, se si parla di volontà di conoscere, almeno a quel livello, non è possibile fare nessuna distinzione, il voler capire, il voler sapere, riconosce un fattore che è unitario e che poi si manifesta per mezzo del nostro linguaggio simbolico attraverso una mescolanza di razionalità e emozione.
Ancora complimenti caro Gaetano.
Paopasc
sempre interessanti le tue proposte di lettura ..arricchiscono veramente ..
RispondiEliminacara annarita, ti auguro buone vacanze ..per me la scuola è quasi terminata ..ti do un arrivederci all'anno prossimo anche se continuierò a leggerti tutta l'estate .so che continuerai a pubblicare ..cose da leggere ...anche sotto il sole
un abbraccio
elisa
RispondiEliminaCara Elisa, ricambio il tuo augurio. Che le tue vacanze siano serene e rilassanti.
Sì, conmtinuerò a scrivere anche sotto il sole, ma con ritmo estivo ovvero lento.
Bacioni
annarita
Caro Gaetano, ho notato che noi abbiamo non solo degli interessi in comune , ma anche una rivista on-line in comune: n° 11 Magazine, Matematicamente.it di Antonio Bernardo, io con l'articolo, Talete il padre dell'astronomia razionale, e tu con l'articolo, l'ovoide a cipolla, soltanto che tu hai battuto tutti per numero di visite......ma come hai fatto? ....Sto scherzando dai!
RispondiEliminaCiao
Aldo
RispondiEliminaCaro Aldo, allora tutto merito di Annarita, perché questo studio è nato da un problema geometrico proposto qui in Matematic@Mente.
Ciao,
Gaetano
RispondiEliminaMaria, ma tu non hai indicati il giusto "ferro"...
Ti farò una sorpresa...
Gaetano