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CASORATI
S
ono lieta e onorata di ospitare il contributo con cui Maria Rosa Menzio parteciperà alla 32°esima edizione del Carnevale della Matematica, che sarà ospitata su questo blog il 14 dicembre prossimo.
Per sapere chi è la nostra gentile partecipante, leggete la nota alla fine del post. Vi basti sapere che ha scoperto il teorema di Menzio-Tulczjew della geometria simplettica.
Sentiamo di che cosa tratta l'articolo di Maria Rosa, leggendo il suo incipit.
Sto concludendo la mia Rassegna “Teatro e Scienza 2010: i Confini” e vorrei indagare, in questa sede, i confini fra la Matematica e le altre discipline del sapere.
Uno dei drammaturghi scelti per scrivere i testi, Maria Rosa Panté, ha scritto un bel monologo in cui paragona la pittura geometrica di Felice Casorati artista con il teorema dell’omonimo matematico:
"Sono un discendente del mio omonimo matematico di Pavia. Questo può dar fondata ragione a chi ha parlato dell'ordine scientifico della mia pittura, della razionalità che mi spinge verso l'estrema definizione, come è nei filosofi, nei matematici d in taluni musicisti" (Felice Casorati)
O come sottolinea un altro grande:
“Il primo principio della scienza della pittura è il punto, il secondo è la linea, il terzo è la superficie, il quarto è il corpo [...] il secondo principio della pittura è l'ombra”; e si estende alla prospettiva, che tratta della diminuzione dei corpi, dei colori e della “perdita della cognizione de' corpi in varie distanze”. Dal disegno, che tratta della figurazione dei corpi, deriva la scienza “che si estende in ombra e lume, o vuoi dire chiaro e scuro; la qual scienza è di gran discorso”. (Leonardo da Vinci)
Forse l'ossessione del pittore Casorati è il numero, forse addirittura quello zero che interessava al Felice matematico. Lo zero è l'ombelico dei ritratti, la fonte della pittura...
Ed ecco ora l’altro Casorati, col suo teorema di Casorati-Weierstrass, il quale in analisi complessa descrive il comportamento di funzioni olomorfe nei pressi di singolarità essenziali.
[Leggete il resto dell'articolo]
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Laureata in Matematica, lavora all’Università di Torino e scopre il teorema di Menzio-Tulczjew. Si perfeziona in filosofia della scienza. Diventa quindi a tempo pieno autrice, regista e organizzatrice teatrale. Per il progetto Teatro e Scienza sono stati rappresentati i suoi testi: Mangiare il mondo sulla medicina, Padre Saccheri sulla geometria, Fibonacci sui numeri, Senza fine sul tempo, Il Mulino sullo spazio, Carteggio celeste sulla fisica, Inchiesta su Cardano sulle equazioni. Ha insegnato scrittura teatrale scientifica alla scuola Holden di Torino, al Ce.Se.Di., al Provincia Science Center e alle Biblioteche Civiche Torinesi. Dirige la Rassegna Internazionale Teatro&Scienza all’Unione Collina Torinese. Collabora al progetto Polymath del Politecnico di Torino, con l’Associazione Subalpina Mathesis e l’Università di Torino, l’Università di Venezia, l'Università di Bologna, Reggio Emilia e Ferrara, il Perugia Science Fest, Comunicare Fisica di Trieste, Piemonte in Musica per spettacoli musicali sulla scienza. Ha scritto i libri Spazio, tempo, numeri e stelle, teatro e scienza 1 (Bollati Boringhieri, Torino 2005) e Tigri e teoremi (Springer, Milano 2007).
Bel colpo Anna. Ottimo articolo. E' la famosa terza cultura di Brodmann e questo è un eclatante esempio.
RispondiEliminaPaopasc
In questa bravissima studiosa e ricercatrice Maria Rosa Menzio, vedo l'incarnazione della Matematica: Bellezza, Arte, Poesia, Cultura e Futuro.
RispondiEliminaSono d'accordo con Paopasc...Bel colpo Annarita!
A presto con la 32°esima edizione e complimenti!
Aldo
Da: "Il potere del sapere" di Martha C. Nussbaum. Questo libro sarà prossimamente pubblicato dalle edizioni Il Mulino.
RispondiElimina« In molte scuole e università gli studi umanistici vengono trascurati. Ma per diventare dei bravi cittadini bisogna imparare a pensare in modo critico e a mettersi nei panni degli altri.
[...] Stiamo inseguendo i beni materiali che ci piacciono, e ci danno sicurezza e conforto: quelli che lo scrittore e filosofo indiano Rabindranath Tagore chiamava il nostro "rivestimento" materiale.
Ma sembriamo aver dimenticato le capacità di pensiero e immaginazione che ci rendono umani, e che ci permettono di avere relazioni umanamente ricche invece di semplici legami utilitaristici. Se non siamo educati a vedere noi stessi e gli altri in questo modo, immaginando le reciproche capacità di pensiero e emozione, la democrazia è destinata a entrare in crisi perché si basa sul rispetto e sull'attenzione per gli altri. Questi sentimenti a loro volta si basano sulla capacità di vedere le altre persone come essere umani e non come oggetti. [...] ».
Vedi <a href="http://www.lieveansia.it/il_potere_del_sapere.asp">qui</a>.
Ora leggo con grande interesse di Maria Rosa Panté, ma non senza perplessità:
« Sto concludendo la mia Rassegna "Teatro e Scienza 2010: i Confini" e vorrei indagare, in questa sede, i confini fra la Matematica e le altre discipline del sapere. ».
Credo che con l'indagine che Maria Rosa Pantè si dispone a fare, riscontrerà le stesse cose dette da Martha C. Nussbaum, filosofa statunitense, importante studiosa di filosofia greca e romana, filosofia politica ed etica.
Attualmente è Ernst Freund Distinguished Service Professor di Diritto ed Etica presso l'Università di Chicago. Tiene inoltre corsi sui classici e sulle scienze politiche, è membro del Committee on Southern Asian Studies, ed è membro esterno del Human Right Program. Ha precedentemente insegnato all'Università di Harvard e alla Brown University, dove ha ottenuto il titolo di professore universitario.
Gaetano
Cara Annarita, mi sono letta tutto il monologo
RispondiEliminabello, molto!
Complimenti all'autrice che è riuscita
con le sue parole a farmi capire qualcosa
a me...
Grazie a te che ci proponi sempre il meglio!
In bocca al lupo per Il Carnevale della Matematica
L'inizio fa pregustare che sarà fantastico!
Ciao Abbraccio
Rosariella
Cari Gaetano, rosariella e Maria, i vostri commenti aggiungono valore a questo post. Vi ringrazio di cuore.
RispondiEliminaSono d'accordo con voi sull'eccellenza dell'articolo di Maria Rosa Menzio.
Un abbraccio circolare.
annarita
Ho letto tutto l'articolo; davvero molto bello.
RispondiEliminaScritto con quel linguaggio che io tanto adoro, quello che ti fa leggere tutto d'un fiato anche articoli che trattano argomenti "complessi".
Senza accorgertene ti ritrovi in fondo a rimurginare:
" cavolo, l'ombelico della pittura, la matematica umanistica, materie "soggettive" o "oggettive" , verità assoluta ... "
C'è di che riflettere...
E allora rileggi e confronti il tuo pensiero con quello dell'autrice, e sorgono mille dubbi...
Per me, studentello in cerca di risposte, la verità assoluta è sempre stata proprio quella matematica e/o scientifuca, ma qui questa mia certezza comincia a vacillare; l'evoluzione del pensiero non esclude la scienza, anzi la rinnova sotto forme diverse e concetti nuovi.
Capisco allora perchè anche "freddi" matematici o scienziati discutono di filosofia, di arte, dell'uomo e del suo esser tale.
Io li ho sempre immaginati seduti intorno ad un tavolo a discutere solo di formule e teoremi, e invece, sembra proprio che non sia così...
Daltronde sono uomini e come tali "umani", nonostante qualcuno li identifichi solo con numeri e formule.
Anche loro si esprimono con le parole, formulano frasi e concetti, che diversamente dai numeri, possono assumere significati diversi in base al contesto, sia storico che culturale; possono scatenare apprensioni, discussioni, emozioni e creare fraintendimenti ed incomprensioni.
( benzina per il dialogo)
Ma il bello è proprio questo, una discussione infinita, dove ognuno mette parte di se stesso, una discussione che si evolve e che prende vita autonoma.
E la verità assoluta? Quella è lì, tra le parole ed i sentimenti di quegli uomini che condividono la propria conoscenza; ha forme diverse ed ognuno sceglie quella che più gli calza; è come la taglia di un pantalone o il numero di scarpe.
Queste verità si scontrano, si attraggono, si mescolano e in questo loro "vivere" generano; generano nuove verità, nuove discussioni e nuove condivisioni; nel frattempo l'uomo apprende, immagazzina, cresce e sceglie; decide che porterà una 44 e calzerà un 42.
Forse i numeri riescono a "certificare verità temporanee" incontrovertibili, ma è il pensiero il grimaldello che le disintegra in nome della ricerca di una nuova e più "attuale" verità.
Verità e tempo, o verità nei tempi, o tempo di verità ?
Penso che forse sarebbe il caso che per un po' di tempo io non frequenti più i tuoi blog; comincio a spaventarmi.
Qualche mese fa un articolo come quello della bravissima Maria Rosa Menzio, lo avrei felicemente "sorvolato".
Oggi mi ritrovo a leggere cose che in qualche modo mi costringono a riflettere, e fin qui tutto bene; il grosso problema sorge quando cerco di trasformare le mie riflessioni in frasi di senso compiuto.
Sarà grave ?
Mi consigli uno specialista o sono ancora recuperabile.
Un fortissimo abbraccio
a te carissima
ed un salutone a tutti gli altri
Marco
PS:
quasi un record... 1,15
Veramente interessante. Credo sia importante considerare i rapporti tra matematica e scienze umane. Sto lavorando ad un post in cui cerco di spiegare, attraverso la mia esperienza di studente, come possa essere superata la paura per le difficoltà che spesso derivano dallo studio della matematica. Un salutone, Fabio
RispondiEliminaCaro Fabio, una bella scelta per il tuo post!
RispondiEliminaUn salutone. A presto!