giovedì 18 agosto 2011

Conversando Con Renato

Era lì, seduto al tavolo di un bar dei quartieri spagnoli, intento a sorseggiare un cognac. Lo avevo seguito per via Chiaia, aspettando che uscisse di casa. Avevo sentito parlare di lui un po’ ovunque a Napoli e la curiosità di vederlo da vicino mi aveva spinta in quelle strade che sapevo essere a lui familiari.

Renato Caccioppoli o' genio non aveva deluso le mie aspettative. Ma non mi bastava l’averlo visto di persona, così mi ero introdotta in quel bar. Seduta ad un tavolo vicino al suo, lo osservavo apertamente e temerariamente.

-Signorina, ho qualcosa che non va?- Sussultai a quella uscita inaspettata che mi bloccò la parola e qualsiasi reazione.

- Vuole farmi compagnia? Il cognac è decente.- E intanto mi frugava negli occhi con uno sguardo di carbone acceso. Al mio silenzio, abbandonò il suo tavolo, ma non il cognac, e si avvicinò un po’ barcollante, piantandosi davanti  per un attimo. Si sedette senza chiedere il permesso e, per alcuni interminabili momenti, mi fissò dritto negli occhi.

- Perché mi hai seguito? Che cosa vuoi da me?- Mi chiese con tono quasi minaccioso, passando al tu, mentre accarezzava con l’indice della mano destra (mano dalle dita lunghe e magre, mano affusolata di pianista) l’orlo del bicchiere.

La sala Anni Venti affrescata con vedute partenopee del ristorante Umberto, dove il genio matematico Renato Caccioppoli, nipote di Bakunin, riuniva a tavola i più bei cervelli dell’Istituto matematico napoletano, come Cafiero, Greco e Stampacchia.

- Volevo chiederle qualcosa sul suo studio di problemi non lineari. Più precisamente, volevo che mi parlasse del principio generale di inversione di una trasformazione funzionale.- Mi meravigliai di aver osato tanto e mi aspettavo per questo una risposta seccata e tagliente.
Rimasi, perciò, sorpresa dal tono suadente e quasi carezzevole con cui esordì:

- E, se ti dicessi che il principio da te citato asserisce che una trasformazione tra due spazi di Banach è globalmente invertibile se essa è localmente invertibile nell’intorno di ogni coppia di punti corrispondenti e se essa trasforma in successioni convergenti solo successioni compatte, servirebbe a farti comprendere “ qualcosa”?- Lo sguardo era sornione e divertito, sicuro di avermi messa in difficoltà.

Non sapevo come districarmi e ritirai in difesa, attaccando con una seconda domanda:

-Lei è d’accordo con Volterra, Hildebrand e Graves sul fatto che l’invertibilità locale si riconduce allo studio dell’equazione a variazioni del problema dato?

- Sì!-Rispose con fare interessato- Però c’è di più: la verifica dell’altra condizione dipende da opportune maggiorazioni a priori delle eventuali soluzioni.

Intuendo che ero sul punto di rivolgergli una terza domanda, mi bloccò con un gesto eloquente. La sua espressione era seria, ma gli occhi ridenti, quando mi chiese:
- Che cosa dicono di me, in giro? Lo so, lo so, e poi in realtà non me importa un fico secco,…quel matto che porta al guinzaglio un gallo. Vero?- Senza attendere risposta, proseguì:
- La Matematica e la Musica sono molto simili. Sono loro a sceglierti; non puoi inseguirle.

-Paul Claudel e Leibniz…- Iniziai a dire, quindi mi bloccai per paura di osare troppo. Caccioppoli mi invitò con gli occhi a proseguire. Non seppi sfuggire a quello sguardo quasi ipnotizzante.

-Volevo dire… il primo ha scritto che la musica è l’anima della geometria, il secondo che la musica è l’esercizio matematico nascosto di una mente che calcola inconsciamente. Lei condivide il loro pensiero in proposito?
Annuì, portando una mano al cuore e l’altra alla fronte a significare che ciò era  assolutamente affine al suo sentimento e al suo pensiero.

Avevo, oramai, preso coraggio e osai oltre.

-Lei ha organizzato l’esecuzione della  Marsigliese per protesta insieme a Sara Mancuso ed è finito in prigione [1]…-Mi interruppi un attimo per sondare la sua reazione, ma non ci fu bisogno di continuare.

- Già! I miei mi hanno fatto passare per pazzo e ricoverare in manicomio, credendo di proteggermi dalla  persecuzione di una dittatura infame e dal suo gerarca più cretino .[2] Non li ho mai perdonati di avermi sottratto alla galera.


-Pazzo lei? Ma se in manicomio ha portato avanti insieme a Miranda lo studio sul problema  degli “ovaloidi!

- Cambiamo discorso- sbottò  un po’ annoiato- Ma tu chi sei? Da dove sei sbucata? Non è importante, dopotutto. Mi hai fatto trascorrere dei momenti piacevoli.

foto giovanile di Caccioppoli-Scrivimi la derivata di e^π - Mi chiese quasi a bruciapelo!
Esitai un attimo e poi scrissi uno  zero tondo e netto, guardandolo negli occhi.

-Forse potresti studiare Matematica, se ti impegnassi a dovere-  disse con un sorriso divertito, un po’ da guappo- Chissà, forse ci incontreremo di nuovo uno di questi giorni- E così dicendo si alzò, allontanandosi con passo felpato quasi felino, agitando un bastoncino sottile ed elegante come lui.

Guardai a lungo il mozzicone che si consumava. Intorno, alcune volute di fumo e un sentore di cognac. Forse ho solo sognato.



******


Luciano De Crescenzo nella sua  Storia della Filosofia greca racconta a proposito del professore:<<Una notte, verso l’una, lo trovai seduto sugli scalini della chiesa di Santa Caterina. Pensai che si sentisse male e gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa. Mi invitò a sedere accanto a lui. Poi mi parlò del potere terapeutico della misura. Disse: “Quando hai paura di qualcosa, cerca di prenderne le misure e ti accorgerai che è poca cosa”. Credo che fosse ubriaco, non per la massima, che era eccezionale, ma perché mi diede del tu>>.

Concordo con Roberto Gramiccia quando afferma nel suo libro [3]: "Quando Caccioppoli consiglia 'di prendere le misure', indica l’urgenza di non farsi schiacciare  dal peso degli eventi privati, attraverso una comparazione sistematica dell’importanza di essi col tutto".

E sono convinta che o' professore prese bene le "sue misure" quando l’8 maggio 1959 si sparò con una Beretta 7,65 puntata dietro la nuca, sdraiato, il braccio fra il cuscino e la testa, attuando una fine tante volte annunciata e precisata sin nei dettagli e le modalità.

Renato Caccioppoli non è stato un uomo triste. Per lui la morte aveva un significato; riferito a Caccioppoli, il vecchio adagio va così rimaneggiato: "Finché  c’è morte c’è speranza".


______________________________________

[1] Sara Mancuso diventerà, il 29 giugno del  1939, moglie di Renato Caccioppoli. Lo abbandonerà per il dirigente comunista Mario Licata dopo quasi 10 anni di convivenza. I due si incontrano nel 1936. Lei è appena sedicenne, lui ha 32 anni.  Nel maggio del 1938 sono coinvolti entrambi in un avvenimento che segnerà  il matematico, condizionandone in qualche modo il resto della vita. Napoli aspetta la visita di Hitler e Renato è furioso.  Si avventura come un invasato per le strade e incontra Sara. In un battibaleno concepisce un piano ardito. In sintesi, paga profumatamente i componenti di un’orchestrina affinché eseguano a squarciagola la Marsigliese nella trattoria il Grottino, a Margellina. Nel locale sono seduti due ufficiali della milizia con fez e orbace che gozzovigliano in attesa degli “storici eventi”.

[2] Achille Starace, subentrato a Padovani e gradito al duce al contrario dell’altro, morto forse per azione dolosa, fu il gerarca più cretino della dittatura fascista, a detta degli stessi fascisti. Sua la pretesa, ottusa e retriva, che non si portasse a spasso il cane. Portare al guinzaglio il gallo per le vie principali di Napoli o far eseguire la Marsigliese non era la stravaganza di una mente malata bensì un atto di lotta meditato, beffardo ed efficace, nei confronti della stupidità di un gerarca come Starace appunto.

[3] La regola del disordine – Renato Caccioppoli, un matematico ribelle.


Le immagini sono state prese dalla rete.

27 commenti:

  1. Quella di prendere le misure come metodo di comprensione della realtà è un'ottima strategia. La misura ha, in sè, questa strana caratteristica, di rendere tutto più normale e vicino, ma non si sa bene cosa sia della misura che sortisce l'effetto: il ridurre a termini umani o, grazie a misure troppo grandi o troppo piccole, stimolare il nostro senso di insignificanza, il porsi  al di là della nostra comprensione.
    Paopasc

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  2. Finché c'é morte c'é speranza.

    Aveva ragione O' PROFESSORE;

    Grazie Annarita di averci riferito questa tua 
    bellissima conversazione con il grande Matematico 
    Renato Caccioppoli che adoro e lo sai
    Devo a te il grande onore di averlo conosciuto.
    Anche non capendo nulla di matematica lo adoro
    Beata te che hai conversato con lui e hai saputo
     creare intorno  a questa vostra convesazione
    l'atmosfera giusta e io mi ci sono persa piacevolmente.

    Doppio bacio, ciao
    Rosaria


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  3. Ma che bel "sogno", Annarita! Complimenti! Grande Renato..."Per tre cose vale la pena di vivere: la matematica, la musica e l'amore". Ma dimmi, Annarita, come si può considerare pazzo uno che afferma questo con convinzione?!
    Grazie mille di questa tua stupenda "performance estiva"...e buon proseguimento di vacanza!
    Un bacione,
    maria I.

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  4. Non conoscevo Caccioppoli, mi hai incuriosito ed ho provato ad informarmi.
    Voglio farti i complimenti per l'atmosfera che sei riuscita a creare con questo bellissimo articolo; sembrava di essere seduti ad un tavolo a fianco.
    Un salutone
    Marco

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  5. Vi ringrazio tutti di aver letto e commentato. Mi fa piacere che abbiate apprezzato l'articolo.

    Un abbraccio

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  6. Bellissimo. Straordinario. Bravissima, professoressa Annarita!

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  7. recoGentile professoressa ,

    sono capitato qui, sulla scia del link messo nella rubrica dei Rudi Matematici. Superliuo farle i complimenti! 
    Tempo fa , in uno scambio di mail con il Doc dei Rudi , gli dissi che da giovane avevo avuto come professori di Matematica  alla Federico II  degli ex allievi di Caccioppoli : Federico Cafiero , Donato Greco , per citare dei nomi . Doc mi disse che esiste una sorta di "parentela matematica" , stabilita da non so più quale università americana , per cui io , e tanti come me, sarei un ....nipote del grande Caccioppoli ! Troppo onore !

    Mi spiace solo una cosa : a Napoli hanno dedicato a Caccioppoli solo una piccola stradina , un vicoletto , nella zona di Fuorigrotta , e se si domanda alla gente del posto chi fosse costui, non lo sanno neanche!

    Immagina se avessero fatto una ...piazza Maradona ?


    Auguri , continui così la sua missione di diffondere la bellezza della Matamatica nelle menti dei più piccoli . Se ne ricorderanno da grandi , glielo assicuro !  

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  8. Grazie, commentatore/commentatrice n.6. Penso tu sia uno studente.

    Mi fa piacere che tu abbia apprezzato l'articolo. Magari la prossima volta...un nome o un nick ci starebebro bene.

    Un salutone

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  9. Gentile commentatore n. 7, la ringrazio sia dell'apprezzamento che delle gradite informazioni. Tutto ciò che riguarda il grande Caccioppoli è per me fonte di interesse.

    Sono d'accordo con lei  circa la scarsa rilevanza riservata dalla città di Napoli ad un immenso napoletano che arricchisce l'umanità intera.

    Continuerò a cercare di far comprendere la bellezza della Matematica ai più piccoli. E' il motivo per cui ho aperto questo blog a supporto dell'azione didattica a scuola.

    Peccato non conoscere il suo nome.

    Un saluto.
    Annarita Ruberto

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  10. Gentile prof,

    il mio nome? E' presto detto . Sono quel rompiscatole di beppe gim , che ogni tanto prova a risolvere i problemi che i Rudi Matematici mettono su Le Scienze ....e non sempre ci riesce !
    Se va sul sito a ciò dedicato , vedrà che negli ultimi tempi mi son dato molto da fare....

    Di nuovo, cordiali saluti , e mi scusi , sono stato proprio scortese a mandarle il primo messaggio senza almeno il nick - name !

    beppe gim

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  11. Grazie, Annarita!!
    Sei davvero, come sempre, straordinaria!!
    I tuoi doni ci arricchiscono ogni volta di più! :)
    Giulia Reddina

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  12. Giulia, che piacere leggerti da queste parti!

    Sei sempre troppo buona, tu:)

    Un abbraccione.

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  13. gentile prof Annarita ,

    ( mi permette di chiamarla per nome , vero ? Ho visto che tutti lo fanno . Lei mi chiami pure Beppe , va benissimo , anche se non ho proprio più l'età per essere un suo allievo....)

    Scommetto che la seconda parte del suo nome deriva dal suo giorno di nascita , il 22 Maggio. Tradizione del Sud , ormai scomparsa , penso....Peccato .

    Vorrei chiederle : non le dò troppo disturbo se ogni tanto le chiedo , diciamo così , qualche " consiglio matematico " ? Ho bisogno di  rinfrescarmi qualche idea , talvolta . E di Geogebra , lei è esperta ? Sa , quando io studiavo non esistevano neanche le calcolatrici digitali , i calcoli si facevano o a  mano , o con macchine addizionatrici meccaniche ( a manovella e ingranaggi) , o al più col regolo calcolatore... e chi lo usa più oggi il regolo ? . Dei computer , neanche l'ombra... Ma andava bene così , noi laureati o diplomati dell'epoca dei Flintstone abbiamo dato il nostro...

    Saluti

    Beppe gim

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  14. Aggiungo che il regista napoletano Mario Martone ha fatto un film su Caccioppoli, e precisamente sulla sua ultima settimana di vita; ma probabilmente molti di voi lo sapranno già, e l'avranno già visto, si chiama "Morte di un matematico napoletano"
    Ciao Annarita a presto (ancora nessuna nuova da Bologna..)

    Matteo Musso

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  15. Caro Beppe, sicuro che puo chiamarmi per nome come fanno tutti gli amici di questo blog.

    Per "Rita", ha visto giusto sono nata il 22 maggio:)

    Per i consigli matematici, se sono in grado, con piacere...

    Conosco abbastanza Geogebra e lo utilizzo a scuola con i ragazzi nella didattica quotidiana.

    Un salutone e a presto.
    Annarita

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  16. Sì, sì, sapevo del film di Martone. Ho pubblicato il trailer in un altro articolo su Caccioppoli, anche se il film non l'ho visto per intero. Mi riprometto di farlo.

    Mi auguro che le nuove da Bologna siano buone, Matteo.

    A presto.
    Annarita

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  17. Sempre un piacere leggere di Caccioppoli, un grande napoletano - e misconosciuto, in buona parte, anche nella sua stessa città. Ahimè, la parte aneddotica dell'articolo la conoscevo già, per la parte di teoria matematica invece...sono in alto mare.

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  18. Ciao, Paolo! Che piacere leggerti qui.

    La parte strettamente matematica dell'articolo è,in realtà, un po' ostica per molti.

    A presto!
    Annarita

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  19. Una lettura bellissima, per iniziare una giornata che si prospetta dura. "Prendi le distanze"
    Renato Caccioppoli mi insegna ancora, dopo tanti anni.
    Feci l'esame di Analisi, con lui, e mi strapazzò ben bene... involontariamente lo feci arrabbiare, e le sue urla facevano tremare i vetri e le nostre forti, giovani gambe.
    Però alla fine mi diede 24... continuando a rimproverarmi ed inveire contro di me.
    L'anno dopo, l'esame di Calcolo lo diedi con un altro. Lui s'era già ammazzato ed in tanti avevamo pianto, quella mattina, davanti al Metropolitan.
    Ciao professore, ti voglio bene, chissà se al quarto piano del Cielo, dove ci siete voi atei, c'è quel lungo corridoio, che percorrevi dopo la lezione, e ti durava più a lungo della spiegazione, perché tutti volevamo sapere qualcosa, e tu, burbero ed intrattabile sulla cattedra, diventavi affabile come il più tenero dei padri, una volta fuori dell'aula...

    Lucio Musto

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    1. Grazie Signor Musto per la sua testimonianza e mi scusi per il ritardo nella pubblicazione del suo commento.

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    2. come e' possibile che lei abbia conosciuto il grande caccioppoli , e' morto l' 8 maggio 1959 , quindi non e' affatto vero per motivi '' anagrafici '' !

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    3. Palesemente è soltanto un bel "sogno" ad occhi aperti, ovvero un racconto di pura fantasia...come si deduce leggendo con attenzione l'articolo. Magari avessi potuto conoscerlo!

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  20. Voglio ricordare un allievo del Caccioppoli: il matematico Renato Fiorenza . Sono stato un suo allievo a ingegneria e ho avuto modo di parlare con lui di analisi. Ricordo che in lui era presente il richiamo al Maestro Caccioppolicui aveva dedicato alcuni suoi lavori.

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    1. Grazie della sua testimonianza!

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    2. mi scusi prof. ruberto , avrei dovuto capirlo che era un suo sogno '' ad occhi aperti '' , d' altronde chi non vorrebbe aver conosciuto personalmente una personalita' come il grande renato caccioppoli ?! le porgo i miei saluti .

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    3. Condivido appieno. Il professor Renato Fiorenza, allievo del Caccioppoli, è stato un grande maestro per i giovani ingegneri e i ricercatori dell'Università di Napoli Federico II. Durante le sue lezioni ci portava per mano nei "cieli" dell'astrazione ma, a tempo debito, sapeva ricondurci sulla "terra" dei risultati e delle applicazioni. Sono passati tanti anni e mi farebbe piacere sapere che il prof. Fiorenza sia ancora in vita.

      Luca

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  21. Anche io allievo di Fiorenza , le sue lezioni fantastiche e piacevoli dove non era concessa la distrazione, se vedevi che la mano destra che era ferma , e ti giravi o mollavi l 'attenzione perdevi il filo perche a scrivere poteva essere la sinistra.... Mi ha rimandato più volte ad "analisi 2", la prima volta a ricevimento mi chiuse il compito senza dire nulla prese il libro che avevo con me me, mi disse :"parti da qua" , indicando il titolo del primo tomo della sua serie di libri sulla analisi , era " analisi zero" propedeutico a chi iniziava e aveva carenze di analisi o veniva da istituti che di matematica ne avevano fatto ben poca. Vedere quella Fiat 127 verde arrivare com netto anticipo e fermarsi all ingresso. Sapevi già quanto secondi mancavano all inizio preciso della lezione. Ore 8:00 di lunedì ....:-)

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