Matematicamente

venerdì 25 maggio 2012

Matematica E Computer: Considerazioni Di Uno Studente

Nel post precedente, Conrad Wolfram presenta una sua idea radicale: insegnare ai bambini la matematica vera attraverso la programmazione dei computer.


Come docente di Matematica, in linea generale, concordo. I computer  potrebbero essere uno strumento potentissimo al servizio dell'apprendimento di questa splendida disciplina, ingiustamente bistrattata, ma non si vuole o non si è in grado di vederne i potenziali vantaggi.

Penso che sia rilevante ascoltare la voce dei diretti interessati e principali utenti,  gli studenti, attraverso le condivisibili e lucide considerazioni di uno di loro: Marco.


Questo giovane sedicenne si esprime con profonda cognizione di causa: Marco ama, infatti, sia la Matematica, in cui riesce con grande profitto a scuola, sia la programmazione, che pratica da autodidatta sin dalla scuola primaria, e con risultati tali che, l'anno scorso, lo hanno visto vincitore in due prestigiosi contest internazionali, in cui ha gareggiato con consumati programmatori.

Vale, pertanto, la pena leggere quanto ha da esprimere e rifletterci sopra.

Scrive Marco
"Qui mi inviti a nozze.
Sono assolutamente d'accordo con l'idea di fondo di Conrad Wolfram.
L'uso del computer oggi più che mai può essere un validissimo strumento didattico (ma non solo) e, soprattutto, l'utilizzo della programmazione può aiutare i ragazzi a vedere questa materia con occhi più consapevoli e partecipi.
Non entro nel dettaglio dei contenuti della conferenza che condivido completamente.

Però non sottovaluterei il discorso di avere delle basi matematiche prima di approcciare al computer o ai calcolatori in genere.

Quando si parla di uso dei calcolatori bisognerebbe anche fare una netta distinzione tra chi lo fa come semplice "utilizzatore" e chi invece "partecipa attivamente" a metodi e strutture di calcolo, a chi crea algoritmi utilizzando comunque sempre le basi matematiche di cui è in possesso.

 
Dire, qui, che la programmazione dei computer è didatticamente valida e propedeutica all'apprendimento della matematica è sicuramente corretto, ma occorrerebbe, comunque, non sottovalutare un percorso formativo di base che poi permette di avere maggiore padronanza con il linguaggio di programmazione.
Soprattutto la logica con cui si inquadra, scompone e risolve un problema. Il calcolatore fa i conti (computazione), ma chi gli dice quali dati usare, quale formula impostare o quale criterio o condizione seguire, è sempre e solo l'uomo. E a quest'uomo bisogna prima insegnargli a pensare in modo logico-matematico e poi, tramite un linguaggio di programmazione, l'uomo può far fare matematica al computer.
Quello che cerco di dire è che imparare ad usare WolframAlpha (il relatore sa bene cos'è visto che ne è co-fondatore) o altro, non è la stessa cosa che fare programmazione.
 
Se proprio vogliamo una nuova matematica a scuola, fatta anche con l'utilizzo dei calcolatori, cominciamo dalle fondamenta.
Intanto, dotiamo gli studenti di questi benedetti calcolatori e facciamoglieli usare la scuola sin dalle elementari.
Cominciamo
a farli famigliarizzare sin da piccoli con gli strumenti matematici digitali. Cominciamo con giochi didattici che ripropongano problemi matematici, poi pian piano facciamo utilizzare strumenti più "sofisticati" come ad esempio Excel, Geogebra e altri (magari alle medie), insegniamo loro che con questi strumenti si possono rappresentare, risolvere e costruire concetti matematici. Successivamente arriviamo ad insegnare un nuovo linguaggio matematico che permetta di essere "padroni" del calcolatore: insegniamo a programmare (magari alle superiori).

E' l'intero metodo d'insegnamento che va rivisto, e soprattutto l'impiego degli strumenti didattici che non possono essere più solo carta e penna.


Conrad Wolfram ha detto cose giustissime e condivisibili, ma mi è sembrato più uno spot per il suo WolframAlpha; ciò che manca, a mio avviso, al suo intervento è la concretezza e la fattibilità delle sue idee.

 
Se ancora oggi, ad ogni inizio anno scolastico uno studente spende mediamente 200/300 euro in libri cartacei (moltiplichiamo l'importo per almeno 8 anni di scuola dell'obbligo o 13 comprese le superiori; quanti computer si sarebbero potuti comprare?), se ancora oggi l'utilizzo di una semplice calcolatrice a scuola non è ben vista, se i laboratori di informatica sono pochissimi e scadenti, se si decide di investire in una sola LIM per istituto scolastico (così almeno una volta all'anno, forse, la si può usare), se alcuni docenti (ma anche genitori) ancora vedono il computer come un oggetto diabolico, da cui tener lontani i ragazzi, se lo Stato, invece di investire nella formazione, taglia con gli occhi bendati...

Che arrivi finalmente una nuova matematica nelle scuole, ma perché ciò possa avvenire, è necessario crederci davvero, tutti quanti, tutti insieme.

E la prima nazione che avrà il coraggio di fare il balzo, di cui parla Conrad Wolfram, ne trarrà dei benefici enormi.

Ma siamo noi in grado di volere, progettare e realizzare questo balzo in avanti?

Ho i miei dubbi. Per il momento, sembrerebbe che si preferisca solo parlare ed ipotizzare un cambiamento, mentre, nel frattempo, si rimane ancorati a vecchie concezioni: nessuno decide di smettere di parlare e cominciare, invece, ad agire concretamente.

  
E, intanto, coloro che ci rimetteno siamo noi ragazzi, che abbiamo bisogno di una formazione più aderente alla vita "reale". E la matematica è nella realtà in cui viviamo, quella di tutti i giorni. E' questa la matematica che abbiamo bisogno di conoscere; il computer può fornirci un aiuto concreto."

2 commenti:

  1. Ne dubito pesantemente, anche a livello universitario mi capita di imbattermi in materie la cui vera difficoltà sta nell'eseguire a mano i calcoli, lavoro da scimmie fatto fare agli uomini.

    I docenti non sono pronti ne hanno la volontà di esserlo.

    RispondiElimina
  2. Vincenzo, sii meno criptico per piacere. Di cosa dubiti che i computer possano essere di aiuto nell'apprendimento della matematica?
    Affermi che la vera difficoltà in alcune materie sta nel fare a mano i calcoli, ma perché farli a mano mi chiedo? I pc non possono essere di aiuto in ciò?
    Sul fatto che non ci sia la volontà di cambiamento concordo. Questo è il vero dannato problema da sempre.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...