venerdì 4 aprile 2014

Il Potere Terapeutico Del Cubo Di Rubik

Da un post di Erno Rubik su G+
Qualche giorno fa ho pubblicato su Google+ il post "The therapeutic power of Rubik's cube" ovvero "Il potere terapeutico del cubo di Rubik".

Il titolo si riferisce ad una mia esperienza educativa con un alunno autistico, risalente ai miei primi anni di insegnamento. 
Ve ne ho fatto cenno oggi a scuola, ragazzi di 1°B, con la promessa di parlarne in un articolo qui sul blog.

Inizio, fornendovi qualche informazione sul cubo ed il suo inventore Erno Rubik.

Il 29 marzo scorso, la Commissione Europea, nella persona del suo presidente Barroso, ha celebrato il 40° anniversario dell'invenzione del cubo di Rubik.

A Bruxelles, per l’occasione, è arrivata una gigantesca torta a forma di cubo, che Erno Rubik ha tagliato con comprensibile soddisfazione.

Le permutazioni dell'originale cubo di Rubik (3x3x3) sono: 

43.252.003.274.489.856.000

Un numero stratosferico...ed una sola è la permutazione giusta.

Il primo prototipo in legno, che si fece costruire il geniale Erno Rubik, scultore, matematico, architetto, risale al 1974, ma soltanto nel 1980 il piccolo manufatto assunse il nome del proprio inventore, e divenne definitivamente il Cubo di Rubik.
Rubik ha spaziato dalla scultura alla matematica, laureandosi in architettura e design. In molti gli hanno chiesto quando, come, dove, ha preso corpo l'idea del celebre rompicapo, che ha esaltato e fatto saltare i nervi a molti, ma la domanda è rimasta senza risposta.

Vediamo in sintesi la storia di questa idea straordinaria. All'inizio degli anni settanta, Rubik cominciò a pasticciare con le combinazioni di un cubo 2x2x2 per passare, poi, alla versione standard 3x3x3. Possiamo solo immaginare quale possa essere stata la vertigine da lui provata. Forse, Rubik è riuscito a percepire che cos'è l'infinito, baloccandosi con la sua magica creatura.

Sappiamo che il primo prototipo è stato costruito in legno e presentava i vertici smussati. Il formidabile oggetto fu proposto ad amici matematici ed insegnanti, i primi a testare le meraviglie di quello che sarebbe diventato in poco tempo il puzzle più famoso del pianeta, che riesce a coinvolgere grandi e piccini.

Il cubo è entrato nell'arte (è nato il movimento artistico "RUBIKubism"), nei libri, nei film, negli abiti, nei gioielli (esiste il cubo in oro e pietre preziose). Decine di milioni di persone non lo hanno mai risolto in vita loro, altri lo hanno risolto seguendo appositi manuali, pochi riescono a ricomporlo anche in tempi molto ristretti: i cosiddetti speedcubers, che gareggiano tra loro in gare ufficiali, risolvendolo in una manciata di secondi.

Il Gruppo di Rubik è studiato in Combinatorica. Qui uno studio sulle configurazioni del cubo di Rubik nel Laboratorio di Combinatorica del Corso di Laurea in Matematica presso l'Università di Torino. 

Io ho avuto il mio primo  cubo di Rubik a 6 anni, come regalo di mio padre, ed è stato subito amore a prima vista. Il mio portafortuna è un piccolo cubo di Rubik, che porto sempre con me, attaccato alle chiavi della mia automobile.

Il magico cubo possiede anche un potere terapeutico. Io l'ho sperimentato a scuola con Matteo, un bambino autistico. Ero una insegnante alle prime armi quando arrivò in prima media dalle scuole elementari. In Italia, i bambini portatori di handicap sono inseriti, sin dalla scuola dell'infanzia, nelle classi normali e sono seguiti da un insegnante specializzato, che affianca gli insegnanti delle varie discipline.

Matteo era un caso difficile. Io e la mia collega eravamo disperate perché non riuscivamo a entrare nel suo mondo. Un giorno, mi accorsi che Matteo guardava il mio ciondolo portafortuna, il cubetto di Rubik infilato nel mio portachiavi. Senza esitare, lo staccai dal mazzo e cominciai a giocare muovendo le tessere colorate. Il suo sguardo si ravvivò mentre seguiva le mie mani, che si muovevano veloci.

Io e la mia collega organizzammo in quattro e quattr'otto un laboratorio di manipolazione, il Laboratorio del cubo di Rubik, dove i ragazzi, suddivisi in piccoli gruppi, manipolavano il cubo per ricomporlo. Matteo fu inserito in un gruppo e lentamente riuscì a stabilire una comunicazione con i suoi compagni e con noi insegnanti.
So che esistono, in Italia, delle associazioni di volontariato che utilizzano Il cubo di Rubik per lottare contro l'autismo, in collaborazione con psicologi, professionisti ABA (Applied Behavior Analysis ), e con i genitori di ragazzi autistici.

I bambini autistici, infatti, possono essere equiparati ad un rompicapo, sia per la mancanza di certezze, in campo medico e scientifico, sulla natura e sulle cause dell’autismo stesso, sia per la particolarità del loro comportamento. Questi bambini si presentano ciascuno diverso dall’altro, con mille sfaccettature, come i diversi colori e le diverse facce del cubo, un rompicapo difficile da risolvere, ma che ha una soluzione.

L'immagine del widget di Google+ mi ricorda molto il piccolo Matteo. Il suo autore è anonimo. L'ho trovata qui.   

Visitate il sito ufficiale del cubo di Rubik.

A proposito, ragazzi, il post è stato apprezzato da Erno Rubik.

Potete leggere il suo commento, ovviamente in inglese, nel widget di Google+, che ho incorporato di seguito. Cliccate nella nuvoletta dei commenti, dove compare il numeretto 42.
Inoltre, si vede che gli è piaciuto davvero perché ha ricondiviso il post nel suo stream.
Cliccate qui, se siete curiosi di appurarlo!;).

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Nota: Purtroppo, da quando Google+ ha chiuso, i widget e i link che puntano alle sue pagine non funzionano più.



10 commenti:

  1. Auguri al cubo che mi ha fatto impazzire,
    ma non ci sono mai riuscita a ricomporlo

    Ciao e bacio a te Annarita

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    1. In molti non ci sono riusciti, Rosaria, diciamo la maggior parte delle persone che ci hanno giocato.

      Ricambio tutto. Ciao.

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  2. Hai fatto benissimo a riproporre l'articolo in italiano così è sicuro che tutti i ragazzi e quelli che non masticano bene l'inglese se lo possono godere; ne vale davvero la pena.

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    1. Grazie dell'apprezzamento...anche per il post in italiano!;)

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  3. Grazie prof per i post molto belli e interessanti che ci offre ogni giorno. Non sapevo che il cubo di rubik avesse anche un potere terapeutico e quante combinazioni possibili avesse. Non credevo poche, ma neanche così tante. Sarei curioso anch'io di sapere come ha ideato questo gioco e spero tanto che prima o poi lo riveli.
    A lunedì.

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    1. Daniele, il cubo è proprio magico come il nome che portava prima di assumere l'attuale denominazione!;)
      Non farei affidamento sulla risposta di Erno Rubik. Le idee geniali spesso non nascono in un unico momento, ma si sviluppano laboriosamente come una creatura in formazione. Ho avuto modo di parlarne con Erno Rubik e questa è l'impressione che mi sono formata.

      Mi fa piacere che tu sia passato a leggere il post ed abbia voluto lasciare un commento. :)

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  4. buon pomeriggio prof, grazie per questo interessante post. Non sapevo che il cubo di Rubik avesse questi effetti terapeutici ma sono contenta che abbia aiutato molte persone. Mi congratulo con Erno Rubik per aver scoperto questo cubo "magico".
    A lunedì e... buona serata.

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  5. Buon pomeriggio prof!
    Il post è bellissimo e molto interessante. Mi è piaciuta molto la sintesi che lei ha provato ha spiegarci, e sono diventata molto curiosa su questo personaggio che non conoscevo pur fosse famoso. Le immagini sono belle, e mi è piaciuta soprattutto la seconda.
    A domani prof!

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  6. salvatori federico 3B9 aprile 2014 alle ore 16:32

    Bello prof! É impressionante sapere quanta matematica c'é dietro ad un cubo che subito a vederlo sembra facile ma non lo é. Grazie per le informazioni a domani

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  7. Riccardo Raccagni 1°B11 aprile 2014 alle ore 20:56

    Buona sera prof!
    Questo post mi è piaciuto moltissimo! Non sapevo che questo cubo avesse un potere terapeutico! Anch'io vorrei risolvere il cubo prima o poi, ma per ora non ci sono ancora riuscito!
    A lunedì!

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