domenica 12 aprile 2015

Sulla Consapevolezza Matematica E Dintorni

Ogni anno, in Aprile, il Joint Policy Board for Mathematics sponsorizza in America il Mathematics Awareness Month (MAM), ovvero il Mese della Consapevolezza Matematica, per dare riconoscimento all'importanza della matematica nella società.

Il Joint Policy Board for Mathematics è una organizzazione dell'American Mathematical Society (AMS), l'American Statistical Association (ASA), la Mathematical Association of America (MAA), e la Society for Industrial and Applied Mathematics (SIAM).

I dipartimenti di matematica nelle istituzioni degli U.S. utilizzano il Mathematics Awareness Month come una opportunità per promuovere la consapevolezza della matematica- le sue applicazioni e la sua bellezza- offrendo lezioni speciali, allestendo eventi, gare, e molto altro.

Il tema prescelto di aprile 2015 è Math Drives Careers per affrontare la questione delle professioni legate ad una preparazione matematica e, quindi, delle possibilità di carriera per i giovani che optano per un percorso universitario in matematica.

 Per ulteriori informazioni, visitate il sito dedicato al Mathematics Awareness Month>>
http://www.mathaware.org/mam/2015
E noi insegnanti che cosa facciamo, non solo ad aprile ma ogni giorno dell'anno scolastico, per promuovere la consapevolezza della matematica nei nostri studenti e, prima ancora, per contribuire a sgretolare quella impalpabile quanto resistente cortina che allontana i giovani dalla matematica?

Sono interrogativi complessi cui non voglio dare una risposta, preferendo operare delle considerazioni che offrano un terreno alla meditazione di coloro che si troveranno a leggere queste righe.

Per cominciare, l'educazione non può essere neutra! La neutralità maschera, infatti, una intenzionalità di addomesticamento che non appartiene e non può appartenere all'educazione la quale nasce dalla libertà e nello stesso tempo la genera, attivando la liberazione dell'uomo.
Lo psicologo e Premio Nobel per la pace Carl Ramson Rogers ha pubblicato, nel 1969, uno studio: Freedom to Learn: A View of What Education Might Become (Libertà per apprendere: una visione di ciò che potrebbe diventare l'educazione). Ma l'ambiente scolastico, in cui avviene l'apprendimento, è veramente libero ed in grado di assicurare la libertà per apprendere?

Gli organi ufficiali della Scuola, e in particolare il Consiglio di Classe, non dovrebbero presentare meramente un programma ufficiale di contenuti bensì ideare, nella situazione di riferimento, un progetto ed un modello di apprendimento flessibilmente adeguabili alle esigenze di personale sviluppo e formazione di ciascun allievo.
Lo so, lo so: sembra facile a dirsi...però non è impossibile a farsi!

Un'altra considerazione è che l'avversione per la matematica nasce nella scuola. Occorre accettare questo dato di fatto. E nasce anche precocemente, sin dalla scuola primaria, quando, in un determinato momento del processo apprenditivo, il giovane alunno si trova a fronteggiare una difficoltà che ritiene insormontabile o, comunque, particolarmente tosta. È qui che l'insegnante dovrebbe intervenire miratamente per evitare che l'avversione diventi irreversibile, precludendo il piacere del futuro apprendimento.

Occorre, pertanto, fare in modo che il discente non si senta inadeguato, avvalorando l'errata opinione comune che la matematica è per pochi eletti, i quali possiedono nel loro DNA i geni favorevoli all'apprendimento di questa disciplina.
Far percepire, inoltre, la matematica come un compito di routine, noioso e ripetitivo non aiuta certamente a raggiungere l'obiettivo. Immaginate per un momento che noia sarebbe, se tutto l'insegnamento della musica si riducesse soltanto ad aridi esercizi meccanici!

L'utilizzo delle calcolatrici potrebbe essere un aiuto concreto in tale direzione, lasciando liberi gli studenti di concentrarsi su aspetti della matematica decisamente più appetibili rispetto all'apprendimento di tecniche, percepite come artificiose e inutili.

Sarebbe necessario, pertanto, tentare un nuovo approccio nell'educazione matematica, in cui la scelta degli argomenti e le strategie di insegnamento debbano essere cercate tra quelle in cui la matematica è una forza di aiuto nella vita, nella scienza, nella tecnologia.
Si realizzerebbero, in tal modo, due fini: offrire agli studenti strumenti matematici e capacità di utilizzarli, dapprima, come consapevole conoscenza, e, successivamente, nella vita. In secondo luogo, si otterrebbe, come conseguenza, il risultato di metterli a proprio agio di fronte ad argomenti di tipo matematico, che probabilmente arriverebbero anche ad apprezzare.

In tale approccio educativo, occorre operare in modo che la matematica sia percepita come un qualcosa che nasce da problemi reali e porta a problemi altrettanto reali. Il partire da situazioni reali, discuterle e far vedere come esse abbiano anche applicazioni pratiche può essere un aiuto a superare la percezione della matematica come disciplina staccata dalla vita quotidiana e perciò inutile.

L'impiego, così diffuso di simboli e astrazioni nell'insegnamento della matematica, spesso confonde e colpisce negativamente il discente, se egli non ne comprende lo scopo. La presentazione di ogni argomento matematico deve iniziare e finire con il reale. Soltanto così, lo studente potrà comprendere il senso della matematica e farla entrare nel proprio modo di essere e di vivere.

In definitiva, la consapevolezza matematica, così come la consapevolezza di qualsiasi altra cosa, non si può inculcare perché non è un dato o una nozione, bensì è la costruzione originale del proprio modo di rapportarsi col mondo: chi è consapevole non subisce ma può affrontare e rielaborare.

Finiscono qui le mie considerazioni sulla consapevolezza matematica e dintorni, senza alcuna pretesa che la questione sia chiusa.

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